In un paese ed in un momento spiritualmente aridi, mettiamo da parte, ma solo per una volta, i commenti a dissonanze e discrepanze politico-amministrative, che pure sono gran parte della formazione e progresso del nostro inaridimento locale, e godiamoci un edificante avvenimento accaduto pochi giorni or sono in qualche parte d’Italia. Premetto che sono un animalista convinto e radicale, pur nel rispetto di superiori leggi naturali, divenutolo non solo per innata empatia con il loro mondo, ma anche per aver attraversato un profondo percorso filosofico e razionale che mi ha portato al convincimento che la cosa più importante, su questa terra, è una ed una sola: la vita. In tutte le sue manifestazioni, umane, animali e vegetali; l’unica cosa che accomuni i tre regni e che sia degna del massimo rispetto, perché manifestazione incomparabile della natura, e sintesi del divino. L’episodio è meritevole di nota perché è un concentrato di sentimenti e di nobiltà d’animo rare a vedersi.
Orbene, un signore di 85 anni, non sappiamo se per sviscerato amore, desiderio di compagnia o umana “pietas”, accudisce, nella piazza poco distante dalla sua abitazione, un gruppo di gatti randagi, portando loro giornalmente da mangiare e intrattenendosi con loro il più possibile. Ma non dispone di molti soldi; forse bastano a stento per lui e le bestiole, si sa, di fronte allo stimolo della fame, ormai “umanizzati” nelle abitudini, non sono più abituati a soddisfarlo come pur vuole la loro natura. Il vecchietto, come fa spesso, si reca in un supermercato per acquistare delle scatolette di cibo per gatti, oramai modernamente abituati a mangiare solo quello. Ma i soldi non gli bastano ed allora, facendo violenza a se stesso, si lascia scivolare nelle tasche qualche scatoletta, sperando di farla franca al controllo alle casse. Ma ciò non avviene: la sorveglianza ha notato la manovra e lo invitano a pagare la somma dovuta, ben due euro!! Il vecchietto fruga nelle tasche ma non ne trova manco uno: non resta che chiamare i Carabinieri, i quali prontamente giungono. Si fanno spiegare l’accaduto e, di fronte a cosa tanto paradossale, come cantava Fabrizio De Andrè, senza neanche pensarci due volte, “al loro dovere vengono meno” e pagano di tasca loro i due euro. Quanta poesia, quanta dignità, quanta semplice, umile e generosa “umanità” in questa storiella pregna di sentimenti. Il primo è quello che lega l’anziano signore ai gatti e sicuramente a tutti gli animali; è una malia che ti farebbe fare qualsiasi cosa per loro. Resti a guardare un animale per ore ed ore, affascinato dai suoi movimenti, dai suoi atteggiamenti, dalla sua essenzialità e purezza di vita, scevra dalle migliaia di difetti umani nati, questi, da una presunta superiorità che genera il male al pari del bene, finendo per annullare quest’ultimo. C’è il sentimento forte, quasi quanto quello di Antigone, che lo porta a violare le leggi umane, ma non quelle morali, che gli impongono di aiutare chi ha fame, chi ha bisogno, senza guardare a chi esso sia, se sia uomo o animale, che abbia la pelle bianca o nera, che sia cristiano o musulmano, se sia amico o nemico. C’è, di contro, il senso del dovere di chi, invece, ha visto violare una legge umana e, ligio al suo mestiere, deve impedirlo, senza attenuanti di sorta. E c’è, infine, il buon senso dei Carabinieri, che giungono puntuali alla chiamata dei sorveglianti, ma di fronte alla singolarità del caso, tirano fuori i due euro, pagano il conto del povero signore e la cosa finisce lì: questa sì che è umana “pietas”.
Non sembri una banalità, ma sono queste cose che dimostrano la superiorità dell’uomo, e sapere che accadono, riempiono l’animo di speranza per un mondo che non sarà mai migliore, ma che almeno continuerà ad esistere nonostante tutte le altre sue cattiverie.
E ben venga.
Claudio Gliottone