Raccontando della gente comune e di personaggi che popolano le vie di allora, con gli episodi più curiosi, ma anche drammatici, con le superstizioni e con le credenze a cui un intero paese si affidava; delle sue esperienze da adolescente, dei sentimenti e degli stati d’animo della sua giovinezza; dell’amore per la poesia, della voglia di libertà per dare sfogo al profondo desiderio di scoprire quel mondo fatto di conoscenza, arte e poesia; del senso di irrequietezza che più di una volta lo allontana dalla casa paterna, portandolo alla scoperta di nuove realtà.
La natura, in tutte le sue espressioni, è costante protagonista a cui viene dato notevole spazio all’interno di ogni descrizione. Dagli ulivi della campagna teanese, ai boschi, ad intensi momenti di amore, consumati lungo il fiume, sull’erba, tra i fiori.
Significativa e toccante è, senza dubbio, anche l’immagine di una Teano colpita e devastata dalla guerra, con episodi particolari di gente che disperatamente cerca di mettere in salvo il salvabile e che alla fine dei bombardamenti ha perso tutto, non solo gli oggetti ma soprattutto la vita di persone care.
Susseguono altre immagini descritte durante la guerra vissuta in prima linea, fino a giungere al suo attivismo tra i partigiani e poi prigioniero nei campi di concentramento, arrestato dai nazisti.
Seppure gli episodi descritti danno l’immagine di momenti di terrore di distruzione, il modo in cui vengono raccontati dall’autore dànno l’impressione di un susseguirsi di versi poetici per la profondità e la ricchezza del linguaggio adoperato. Un linguaggio dotto, ma allo stesso tempo scorrevole, piacevole, inebriante. Si alternano pagine dedicate alla sua passione per l’arte, per la poesia; all’ideologia politica, all’amore ma anche e soprattutto all’amicizia.
La lettura procede incalzante, con il desiderio di non volere che il libro finisca, ma più si avverte questa sensazione, più si viene inesorabilmente divorati, inghiottiti, senza riuscire a distaccarne gli occhi fino alla fine.
Una recensione, come omaggio ad un nostro concittadino, artista-pittore, che alla sua veneranda età riesce ancora con pochi versi di una poesia, o con un dipinto ad emozionare chiunque, indistintamente dall’età, dai meno giovani ai più giovani, fino a lasciare tutti stupiti e incantati difronte ad ogni sua manifestazione artistica.
Paolo Cristiano è nato a Teano nel 1919. Si è laureato in Giurisprudenza a Firenze. E’ stato volontario di guerra e partigiano combattente. Arrestato dai nazisti. Processato e deportato in Germania. Rientrato in Italia, ha esercitato la professione forense. Vive a Roma dividendo i suoi interessi tra la poesia e la pittura.
Annalisa Oliva
P. Cristiano, Luoghi e stagioni. ed. ARGO, 1998. pp.280.