La fotografia dal mondo scolastico nell’Italia del Sud è pietosa. Le regioni settentrionali hanno consentito il ritorno in classe, le regioni ( e alcuni comuni) del sud sembrano gareggiare ad una corsa a chi arriva prima alla chiusura della didattica in presenza, soprattutto quella delle classi medie e delle primarie. Ma perché la Scuola riapre se è ubicata dal Lazio in poi? Lì non c’è il covid? I genitori sono “incoscienti”? Ironizzando, ma non troppo, la risposta sta tutta nelle parole del Presidente della Campania di qualche tempo fa: non conosco bambini che vogliano tornare a Scuola, né madri che abbiano intenzione di mandarli. Sarà questo il problema? A malincuore dobbiamo ammettere che il Mezzogiorno è ancorato ad una visione sociale dell’ Istruzione inconcludente, superflua. Incapace di riconoscerne la necessità per la crescita personale, sociale ed anche economica. Insomma, un dramma nel dramma. I nostri Governanti, a tutti i livelli, fanno poco e male… dov’è il potenziamento dei trasporti scolastici, le turnazioni ed il monitoraggio sanitario? Attuando tutto ciò davvero rischiamo una catastrofe sanitaria? In altre regioni non sembra esserlo. In altre regioni se in una classe uno studente o un’insegnante risulta positivo, si procede con la quarantena della singola classe e delle singole insegnanti. Non si chiuse l’intera struttura, tantomeno si cercano “colpevoli” o “irresponsabili”. Ma ogni occasione è buona per evitarne l’apertura. Tuttavia, se la didattica in presenza è chiusa, funzionerà quella a distanza, tranne per quella percentuale di studenti che non ha accesso ad internet per varie motivazioni. In tutto ciò, come se non bastasse un “atto di richiamo” ,del governatore De Luca, che non ha valore vincolante ma è servito a dividere la platea di genitori, possiamo fare un giro sui social per farci un’idea, ha “raccomandato” di tenere la didattica in presenza al massimo al 50% e di dare facoltà ai genitori di scegliere se effettuarla o no. Ma perché suggerire soltanto, se non si ha il potere o la volontà di decidere?
Sara Finocchi