Non importa se qualcuno sul cammino della vita
sarà preda dei fantasmi del passato…
Noi non vogliamo cadere
non possiamo cadere più giù
Ma non vedete nel cielo
quelle macchie di azzurro e di blu
È la pioggia che va, e ritorna il sereno
E’ la pioggia che va ,
The Rokes 1967
Con alto senso civico, con nobile slancio il Direttore di questa testata sottolinea con fervore:"...a volte si creano delle situazioni paradossali, si curano macchie di verde, in periferia, nelle curve, in luoghi isolati e poi ci si dimentica del luogo più centrale, collocato in quel centro storico che tutti vorrebbero rivitalizzare ma che poi, alla prova dei fatti, lo si lascia morire tra le erbacce." Ho già fatto notare in precedenti scritti che questi benedetti Dibenedettini che una provvida Provvidenza secondo alcuni, uno scherzo del destino secondo altri ci ha elargito, se non strani, sono perlomeno atipici, eccentrici, imprevedibili.
Non è detto che non esaltino Piazza Vittoria sostituendo all’attuale bronzea Vittoria alata del Cifariello una più consona e al passo coi tempi della neo eletta eurodeputata o al posto dei due eroi risorgimentali nel già Largo Croci collochino le statue a grandezza originale dei fantastici Bibì&Bibò in sembianze di Castore e Polluce, Dedalo e Icaro,Ulisse e Diomede, Achille e Patroclo, o forse meglio di Mammolo e Pisolo.
Non è detto che non diano un repentino impulso al mercato del sabato, gioiello degli anni che furono, che richiamava dalle campagne, dalle alte colline torme di compratori, venditori, massaie, contadini, cicaloni vari e che ora si è quasi estinto, ridotto a quattro carabattole di bancarelle che non attizzano più nessuno.
C’è anche il fatto notevole che i prelibati Dibenedettini non sono dei buoni incassatori come il Maestro che lasciava dire e poi agiva come meglio riteneva.
Un esempio? "Non ci importa che vi siete rimboccati le maniche e volete spaccare un sistema. Non ci importa che state bloccando gli sprechi. Non ci importa che state facendo ogni sforzo possibile per dare la massima trasparenza a tutti gli atti amministrativi. Non ci importa se vi dannate e ci mettete l’anima per fare ogni cosa. Ci importa solo che si dimostri il vostro fallimento anche se si devono usare meschinità e pregiudizi per denigrare il valore delle persone".
Così esprime il proprio pensiero il Sig Migliozzi Mario assessore per elezione, fine diplomatico per vocazione.
Per cui, Caro DIrettore non mistifichiamo, non denigriamo, non siamo meschini. Un esempio di trasparenza? Le condizioni meschine del parco archeologico presso la Basilica di S. Antuono. Inutile ricamarci o fare l’opinionista dell’ultim’ora. Potrebbe essere utilizzato al meglio questo gioiello storico e naturale, non è piccolissimo. Lo si renda presto agibile e utilizzabile dal pubblico, Amici miei competenti che lo hanno visitato con me, hanno garantito che non costa quasi niente… Se l’Amministrazione vuole un riscontro personale e in dettaglio con gli Amici sensibili provvederò io a creare un contatto costruttivo . E prometto, per la barba del profeta che sarà il primo "monumento" all’attivismo trasparente (ce ne stanno ancora molti altri) che mostrerò con orgoglio ai molti amici che mi onorano di loro gradite visite. Scrivere non serve più. Danke
Pazientiamo ancora, con l’auspicio che il termine giocoso : dìbenedettini di qui a qualche tempo non si trasformi sulla bocca della gente in quello di segno opposto alias: dimaledettini.
Giulio De Monaco