L’aria di Teano continua a “puzzare”. Non a causa della cattiva igiene dei Cittadini, ma ci riferiamo alla comica (se non tragica) vicenda dell’Impianto Trattamento Rifiuti della Ge.Si.A. S.p.A. in località ex Isolmer. Così scrivevamo in un ns.: “Quasi un larvato ed impercettibile “arrampicarsi sugli specchi” là dove si dice che, qualora fosse stato approvato il PUC (Piano Urbanistico Comunale) che prevedeva il non inserimento di quell’area nell’ambito cosiddetto “industriale”, comunque la Regione Campania, in deroga, sopra tutto e sopra tutti, avrebbe autonomamente potuto rilasciare parere favorevole alla realizzazione di un Impianto per Trattamento Rifiuti. Tanto contraddicendo se stessa (la Regione Campania) su un suo precedente diniego? Ci sembra tutto ciò, Avv. Scoglio, un vero e proprio azzardato preventivo processo alle intenzioni della Regione. O no? La cosa, a noi “millantatori di professione”, puzza non poco”. Ecco, partiamo da qui per provare a completare le informazioni di specifico interesse dei Cittadini (non certamente per quelli della claque del Sindaco). La vicenda, che nasce da lontano ancora una volta vede attori ed artefici quei “millantatori” che appartengono al 4° potere dello Stato (il Giornalismo). Ricapitoliamo. La Sentenza del Consiglio di Stato che autorizza l’Impianto Rifiuti di che trattasi è pubblicata sul relativo Bollettino Ufficiale il 16.02.2024; viene notificata al Comune di Teano il 17.02.2024. Fin qui nulla quaestio. Senonché, “misteri della fede”, i Cittadini ne vengono a conoscenza solo 31 giorni dopo, non ad opera dell’(A)mministrazione Comunale, bensì ad opera di qualche Giornalista, sporco, brutto e cattivo, tale Giancarlo Izzo (Paese News), il quale pubblica la Sentenza. E nel frattempo, in questi 31 giorni, la Sentenza notificata regolarmente dove era finita? Non ci pronunciamo, questa volta, ed auspichiamo un bel resoconto, magari tramite Lettera al Direttore e/o magari tramite Richiesta di Rettifica ai sensi dell‘art. 8 della legge sulla stampa n. 47 del 1948 e non tramite Canali Social non istituzionali, ma utili solo per quella claque di cui prima. Ebbene, ci chiediamo, quali sarebbero potuti essere i risvolti della vicenda se si fosse adito alle vie legali molto, ma molto prima, ovvero in quei 31 giorni in cui la Sentenza del Consiglio di Stato è stata tenuta nascosta nei cassetti degli uffici comunali? Da qui, la Regione chiamata in causa dal Consiglio di Stato, (…..visto che il PUC è stato adottato, ma non approvato…..) emette Decreto “autorizzativo” all’Impianto il giorno 19.03.2024. Ad ogni buon conto, visto che il “Ricorrente” ha tempo 60 giorni per opporsi, dal 19.02.2024, il termine ultimo sarebbe il 18.05.2024. Se matematica ancora non è un’opinione. E qui, repetita iuvant, visto che il (S)indaco è sempre stato fermamente convinco che “qualora fosse stato approvato il PUC (Piano Urbanistico Comunale) che prevedeva il non inserimento di quell’area nell’ambito cosiddetto “industriale”, comunque la Regione Campania, in deroga, sopra tutto e sopra tutti, avrebbe autonomamente potuto rilasciare parere favorevole alla realizzazione di un Impianto per Trattamento Rifiuti”. Indi per cui, a cosa gioverebbe riproporre un nuovo ricorso? È così? Se tanto mi da tanto…… A noi “millantatori di professione”, la cosa continua a “puzzare”…e non poco!
Nel frattempo, e alla luce di quanto fin qui esposto, ci risulta alquanto strano il manifesto del Comitato No Impiant qui pubblicato e che annuncia un nuovo apprezzabile incontro sulla vicenda. Infatti, sempre alla luce dei nostri astrusi teoremi fin qui descritti, il manifesto individua come responsabile solo la Regione. Invita la Cittadinanza, quindi, a scendere in piazza contro un Decreto Dirigenziale di autorizzazione dell’impianto, per bloccare il quale è necessario solo fare ricorso (mancano solo 15 giorni!!!) E il Comune? Perché cancellare l’Ente responsabile primo del disastroso impianto? Riassumiamo, per amore di verità: 1– se il Comune avesse approvato il PUC, non ci sarebbe stata storia per la Ge.Si.a S.p.A.; 2 – se il Comune avesse invocato il divieto di costruire un simile impianto sul nostro territorio, dopo l’entrata in vigore del piano regionale di gestione dei rifiuti speciali, il Presidente della Conferenza dei servizi ne avrebbe potuto solo prendere atto. Continuando ad ignorare queste gravi responsabilità, si insinua il sospetto che si vuole alzare una cortina fumogena per nascondere i gravi errori commessi dal Comune. Sia chiaro, anche dagli errori possibili si può rimediare. Nessuno è infallibile, l’importante è rivisitarli criticamente (gli errori) per utilizzare i saperi acquisiti in funzione della tutela del nostro ecosistema. Una ri-legittimazione che giustificherebbe senza ombre, l’appello alla mobilitazione? Qualcuno ha detto che ripetere le bugie alla fine invoglia a percepirle come verità. Ma le bugie, sul lungo periodo, hanno sempre le gambe corte. E, visto che prevenire è meglio che curare, proviamo ad immaginare anche lo scenario e le ripercussioni possibili di ordine politico sulla nostra Città alla luce delle Candidature alle Europee di personaggi vicino a “questo” e contro a “quello” con conseguente ritorsione verso la Città a causa dell’appoggio di “questo” contro a “quello”. Ma questa è un’altra storia che svilupperemo in un intervento specifico e dedicato.
Pasquale Di Benedetto