Il titolo vero del film del 1984 di Troisi e Benigni è “non ci resta che…piangere”, ma a volte le motivazioni per cui si è portati a ridere o a piangere superano il sottile limite che divide questi due gesti solamente umani (gli animali non ridono né piangono, eccezion fatta per la “iena ridens”, eccepirebbe qualcuno in vena di umorismo) ed essi si sostituiscono l’un con l’altro, ma sempre per una funzione logica e, direi, “razionalmente ed emotivamente” fisiologica. Potrebbe allora apparire strano che, contrariamente a quanto accade per legge naturale, si rida di fronte ad avvenimenti tragici ed al contrario si pianga di fronte ad avvenimenti umoristicamente lieti: infatti non è raro che si pianga anche di gioia. Più difficile è il ridere per eventi tragici, ma ne esamineremo il perché accade ed il perché “ci” accade al cospetto dei fatti che più avanti esporremo. Per i Greci antichi, inventori del genere teatrale della tragedia, era normale piangere, pur sotto il sole cocente del giorno, che insisteva sulle gradinate dei loro teatri all’aperto, assistendo alle trilogie di Sofocle o di Euripide; al valore educativo di esse si associava il valore “catartico”, cioè di purificazione spirituale che sovente si otteneva con la identificazione di un “capro espiatorio” sul quale si riversavano alla fine tutte le sofferenze interiori degli spettatori. Un po’ come accade nella sceneggiata napoletana, che si conclude con la punizione del cattivo e l’ affermazione del buono. Ma quando ci si trova di fronte non alla finzione scenica, ma a realtà veramente paradossali e non si può individuare un capro espiatorio, e tanto meno farlo oggetto di punizione al fine di produrre una sia pur minima catarsi liberatoria, allora, credetemi, non ci resta che…ridere! E la risata allora diventa una sorta di coercizione volta a mostrare l’opposto di ciò che veramente proviamo, assume l’aspetto di una “salvaguardia” dalla realtà opprimente ed inspiegabile, assurda e indescrivibile; una salvaguardia piena di composta rassegnazione, ma della quale il diretto interessato che la provoca, sovente non riesce a percepirne il significato. Ed è pur sempre liberatoria di sofferenza di fronte a circostanze contro le quali nulla si può, se non riderne: almeno un risultato, sia pur magro, lo si ottiene. Come possiamo, allora, non ridere al cospetto della infinita pantomima della Amministrazione Comunale, che si dipana da ormai tre anni con continui cambi di assegnazioni assessoriali e vice- sindacature, passaggi di consiglieri dalla opposizione alla maggioranza e viceversa, nomine revocate, cambiate, e poi ripristinate, nascita di gruppi, gruppuscoli e gruppetti nei gruppi; il tutto in una fitta nebbia organizzativa nella quale si pretende di navigare a vista. Ma cambiando l’ordine, ahimè solo l’ordine, dei fattori il risultato, è notorio, non cambia. Restano sempre gli stessi fattori pur se in posizioni diverse, nelle quali perderanno del tempo utile solo per comprenderne la funzione, le prospettive e le modalità di attuazione, con grave danno per tutta la funzionalità amministrativa e nelle quali si crogiolano in attesa di altre sistemazioni, più o meno importanti non conta. Basta che si rimanga a girare sulla giostrina del luna park di piazza Municipio.
Applicatevi bene perché la cosa non è semplice a capirsi.
Le ultime transumanze, ratificate dall’ultimo Consiglio Comunale, danno la Sig.ra Pentella, eletta nella lista di opposizione “Identità e futuro” del Dr. Corbisiero e poi confluita nella maggioranza per la quale è già stata Assessore, eletta Presidente del Consiglio Comunale, al posto della Sig.na Maria Paola D’Andrea, che avrebbe lasciato questo precedente incarico, pare sbattendo la porta, e che ora è stata nominata Assessore per il gruppo “Frontiera Democratica” guidato da Alessandro Pinelli, che è stato il primo Vice-Sindaco, sostituito da Franco Magellano, appartenente ora allo stesso gruppo, dopo essere stato il primo fondatore ed anche il primo fuoriuscito di un altro gruppo consiliare, il primo staccatosi (?) da quello della maggioranza; al posto di Vice Presidente del Consiglio dell’altra dimissionaria Sabrina De Monaco, è stata invece nominata la Sig.ra Federica Zanga. Un po’ maluccio è andata per l’ Assessore Lina De Fusco, proveniente anch’essa dalla lista di opposizione di Corbisiero, degradata sul campo come Dreyfus , e ridotta a semplice Consigliere comunale: di opposizione o di maggioranza non è dato di sapere. E di fronte a questo “ben di Dio” a voi verrebbe da piangere? Noooooooo! Non fatemelo sentire. Ci vuole una bella, sonora, catartica, rigenerante, prolungata, storica, rassegnata, collettiva, corale, crescente, ed anche sguaiata “risata”: di quelle di almeno cento decibel. E poi il silenzio più assoluto, più responsabile, più “rumoroso” che esista, per confortarci nella speranza che tutto questo finisca e si abbia il tempo, la voglia, e l’orgoglio di ricominciare daccapo. Ma la prossima volta significherà ricominciare da zero: e la cosa non sarà per niente semplice.
Su coraggio, tutti insieme: ah, ah, aaahhh, aaaaahhhhh, aaaaaahhhhhh ecc, ecc…!
E buon pro vi faccia.
Claudio Gliottone