Tradizionalmente, la sera della vigilia di Natale, allo scoccare della mezzanotte, cominciavano a sentirsi qua e la gli spari dei mortaretti e fuochi artificiali. Un’anteprima di quanto sarebbe poi accaduto l’ultimo dell’anno allo scadere del fatidico ultimo minuto dell’anno che passa.
I fuochi di Natale non erano intensi ma continui, ogni rione aveva i suoi fochisti, che si identificavano in famiglie. Quest’anno, a parte qualche eccezione, c’è stato silenzio. Quasi nessun botto.
Non ci avevamo fatto caso, mi ha fatto notare la circostanza mons. Arturo Aiello nella sua omelia della messa di mezzanotte nel Duomo. Per rafforzare una ulteriore riflessione sul momento non proprio felice che stiamo attraversando sul fronte economico nazionale e familiare, ha sottolineato questa circostanza.
Ponendo allora ancora più attenzione ci è sembrato di cogliere un altro aspetto, simile a quello dei fuochi artificiali, l’abbellimento delle proprie case, degli alberi, delle finestre cioè di quanto negli anni scorsi serviva ad abbellire la propria casa a renderla più luminosa e colorata con le luci natalizie. Quelle luci che davano allegria e gioia soprattutto per i più piccini. Anche in questo caso abbiamo dovuto registrare un evidente calo, la gente ha preferito spendere, se ne ha avuta la possibilità, per comprare cose più utili per la casa o per la tavola. Non sappiamo cosa è accaduto nelle grandi città, dove ogni anno si registravano feriti ed anche qualche vittima ma, se tanto mi da tanto, credo che quello della riduzione dei botti non possa essere considerata solo una anomalia teanese, al contrario sia il segno dei tempi.
Sarà così anche l’ultimo dell’anno? Francamente speriamo di no, certo non ci piacciono i fuochi troppo rumorosi e pericolosi, ma quelli artificiali si, sprigionano gioia ed un pizzico di ottimismo per il futuro ma sembrano dare anche un calcio alle cose brutte accadute nell’anno appena terminato.
Facciamo brillare qualche fuoco artificiale la notte dell’ultimo giorno di questo brutto anno, sarà un auspicio per un anno diverso, auspicabilmente migliore, almeno proviamo a sperarci.
Rosa Chirico