«Se abbattiamo finalmente la trasmissione, poi dobbiamo evitare che tutto riparta. Vanno intercettati i casi grazie ai medici di famiglia e ai dipartimenti di prevenzione delle Asl, e messi subito in quarantena». È il monito di Giovanni Rezza, direttore Malattie infettive dell’Istituto Superiore della Sanità in un’intervista oggi a un quotidiano. La SARS «circolerà finché non si crea un’immunità di gregge, e si spera non avvenga in breve tempo perché significherebbe far morire tantissime persone e stressare in modo inaudito il sistema sanitario, oppure finché non si trova un vaccino. Rischiamo continue reintroduzioni perché persisterà nella popolazione e dobbiamo essere attenti a intercettare eventuali focolai. Forse d’estate si trasmetterà di meno, ma in autunno ci sarà il rischio che riparta. Ci vuole una strategia». Il rischio concreto, quindi, è il possibile ripresentarsi, dopo una sottovalutazione durante il periodo estivo, di una seconda ondata pandemica da SARS CoV2 nel periodo autunno-invernale, portando così la malattia ad essere confusa nella diagnosi con le influenze stagionali che circolano in massa nella popolazione, aggravando il lavoro di individuazione ed isolamento dei sospetti positivi.
L’Avvento del vaccino. E’ iniziata quindi, in tutto il pianeta, una vera e propria corsa, velocizzata dall’abbandono di inutili pratiche burocratiche e un rilassamento dei giudizi dei comitati etico-scientifici, del vaccino contro la SARS. Prova ne è che lunedì 13, dopo la statunitense Moderna, anche l’italiana Advent-IRBM di Pomezia in partnership con lo Jenner Institute della Oxford University, ha annunciato che a fine aprile inizieranno i test accelerati sull’uomo del suo vaccino. «In virtù dei dati acquisiti nelle ultime settimane, il primo lotto del vaccino partirà da Pomezia per l’Inghilterra, dove inizieranno i test accelerati su 550 volontari sani – ha precisato Pietro Di Lorenzo, Ceo di Advent, del consorzio CNCCS e di IRBM Spa. – Si è deciso di passare direttamente alla fase di sperimentazione clinica sull’uomo, in quanto abbiamo ritenuto sufficientemente testata la non tossicità e l’efficacia del vaccino sulla base dei risultati di laboratorio, che sono stati particolarmente efficaci». Non solo, se la sperimentazione clinica di fase 1 (che fornisce una prima valutazione della sicurezza e tollerabilità del medicinale) fosse superata con successo «si prevede di rendere utilizzabile il vaccino già a settembre per vaccinare personale sanitario e Forze dell’ordine in modalità di uso compassionevole». La strategia vaccinale della joint venture tra il Jenner Institute dell’Università di Oxford e la biotech italiana Advent è quella di sfruttare le potenzialità dell’adenovirus, un vero e proprio cavallo di Troia, messo in grado di trasportare direttamente all’interno dell’organismo gli antigeni di Sars-Cov-2 in grado di stimolare la risposta immunitaria, rendendo così il sistema difensivo capace di attivarsi immediatamente in caso di contatto con il coronavirus. Ad oggi, riporta l’OMS, sono arrivati a 70 i vaccini contro la SARS in fase di sviluppo, tre dei quali hanno ottenuto l’ok per testarli in studi clinici sull’uomo. Le speranze dell’umanità di vedere terminare prima di Natale questo incubo planetario, quindi, ancora una volta sono nelle mani della scienza.
Riccardo Luigi Conte