Qualche giorno fa abbiamo dato notizia della nomina del nuovo segretario di Sezione del PD teanese nella persona del giovane Pierluigi Landolfi, che sostituiva l’uscente, anch’egli giovane, Nicola Palmiero. Con Landolfi è stato eletto un direttivo di venti persone delle quali, dieci provenienti dall’area giovane.
Oggi diamo notizia che tre giovani teanesi, appartenenti all’area di centro destra e aderenti alla Giovane italia, si sono candidati per le prossime amministrative del Comune di Santa Maria Capua Vetere, in una lista civica capeggiata da Dario Mattucci, leader provinciale della Giovane Italia, ma in forte contrasto (politico) con i vertici del PDL capeggiato da Pasquale Giuliano.
Il contrasto nasce dalla decisione di alcuni consiglieri comunali del PDL, protagonisti di un ribaltone a favore del Sindaco di S.Maria C.V. Giudicianni del PD. Questo comportamento non fu condiviso dai referenti politici provinciali e regionali del PDL provenienti dall’area AN, ma fortemente voluto dal Presidente del Consiglio Regionale Paolo Romano. Mattucci , consigliere PDL nel consiglio Comunale di S.Maria, non condivise la decisione e insieme ad altri firmò le dimissioni che provocarono la caduta del Sindaco Giudicianni.
La candidatura di Mattucci in una lista civica, dunque fuori dal PDL, è una chiara provocazione e protesta contro i vertici cel PDL per aver avallato una operazione che politicamente i giovani non condividono. E che la posizione di Mattucci sia condivisa da moltissimi aderenti alla Giovane Italia lo dimostra il fatto che in questa lista ci sono esponenti nazionali della Giovane Italia come Antonio Tisci, Rosamaria di Salvo di Galluccio ed altri giovani di estrazione politica diversa.
Come definire questi giovani, dissidenti? Forse si perché dissentono da una logica di prevaricazione e autoritarismo che prevale nella conduzione di un partito che, ultimamente, mostra scarsi segni di democrazia interna, sia a livello locale che provinciale, regionale e nazionale. Dissentono perché non riescono a trovare gli spazi vitali per affermare le proprie idee e realizzare i loro progetti politici. Sono costretti a fare politica in un partito che non riesce ad organizzare uno straccio di congresso per rinnovare i vertici affidati sempre alle stesse persone, a parole favorevoli al rinnovamento , ma nei fatti non producono le iniziative perché questo si realizzi. Un partito nuovo che è diventato già vecchio.
Dunque Teano ha prodotto tre candidati per una lista civica di S.Maria C.V. e sono Giusy D’Aiello, Fabio Zanni e Carolina Notaro.
Fabio Zanni prova a spiegare i motivi della loro adesione: “Si tratta di un supporto politico per l’amico Dario Mattucci il quale ha avuto il coraggio di mettersi contro i "vecchi monopolisti" della politica per dar vita ad una lista civica, mettendo i giovani in primo piano con differenti radici politiche, collaborando insieme per lo sviluppo culturale e sociale prima ancora di quello economico, non accettando compromessi e restando comunque coerente con i nostri valori ed ideali che in tempi di campagne elettorali vengono molto spesso messi da parte”.
Ancora più netta la posizione di Giusy D’Aiello che non fa mistero di volere utilizzare questa occasione, anche come segnale forte di contestazione, verso l’immobilismo politico che si registra dalle nostre parti: ”Noi giovani abbiamo fatto di tutto per ritagliarci i nostri spazi, all’interno e non all’esterno dell’area politica in cui ci riconosciamo. Abbiamo avviato confronti e sostenuto discussioni , a volte anche molto forti, ma, usavamo il linguaggio che ci piace, quello della franchezza e coerenza, volevamo e vogliamo i nostri spazi ma non riusciamo a realizzarli perché ci viene vietato da chi nell’immobilismo più assoluto, trova le condizioni per resistere. Per noi il caso Mattucci deve rappresentare un modello, uno spunto politico su cui costruire il futuro. Noi giovani vogliamo essere protagonisti e non comparse”.
In buona sostanza il ragionamento sembra essere questo: poiché non ci sono le condizioni qui a Teano per fare politica, volendo far sentire comunque la nostra voce, offriamo il nostro contributo ad una causa che condividiamo, soprattutto come provocazione politica e poco importa se si realizza a trenta chilometri dal nostro paese.
C’è chi questa circostanza la vorrebbe liquidare semplicemente come una voglia di protagonismo a tutti i costi e chi invece ricorda che altri giovani, nel recente passato , hanno scelto strade diverse per tracciare un distinguo ed un confine con un modo arcaico e legnoso di produrre politica. Dunque le risorse giovanili ci sono peccato che per potersi affermare devono trovare spazi al di fuori dei partiti e della propria città.
Giovanni Funari