Dopo tre giorni di blocco del traffico, l’intera piazza Unità d’Italia, requisita per consentire i lavori di riqualificazione del manto stradale per il tratto che va dall’incrocio con Viale Italia e quello con il Rione De Gasperi, finalmente ieri la piazza è stata restituita alla pubblica circolazione.
Un sospiro di sollievo lo hanno tirato i commercianti della zona che si sono visti penalizzare le attività commerciali per gli inevitabili divieti di accesso all’area. Ma haimè, la soddisfazione è stata presto sostituita da una evidente reazione di stupore e delusione quando, hanno rivisto il fondo stradale interamente libero dai giganteschi macchinari che per tre giorni hanno martellato l’intero tratto e sparso bitume per l’asfalto e si sono trovati di fronte un tratto di strada similarlecchino.
Almeno quattro chiazze bianche fanno bella mostra di tutto l’intervento, sono zone, piccole zone che secondo i progettisti non necessitano di essere risistemate e così l’intera fascia che fiancheggia il lato opposto al monumento.
E’ una vergogna! ha esclamato il cittadino che attraversando a piedi il tratto di strada, faceva gesti eloquenti verso altro capannello di persone che commentavano la stessa cosa. E’ uno schiaffo all’immagine della zona, hanno commentato alcuni commercianti. Forse è costato più non sistemarli quei pezzi di strada
Il rattoppo si è rivelato peggio dello stato precedente e questa volta i tecnici e gli amministratori sul posto ci sono venuti, cosa hanno visto, cosa hanno controllato? Per loro è tutto OK?.
Ma perché, hanno fatto questo? Per mancanza di fondi. Sembra che con quello che hanno risparmiato con quei quadrati rimasti in bianco faranno un altro interventino al Viale Europa.
Hanno messo una pezza ma neanche a colore, un pugno in faccia per chi entra nella nostra città ed una mancanza di rispetto per lo scarso decoro attribuito ad una piazza che ospita il monumento allo Storico Incontro e si presume meta di curiosi e forestieri. Per programmare tutto questo ci sono voluti tre anni di braccio di ferro tra l’amministrazione ed i tecnici?