Il tanto atteso rimpasto della Giunta Comunale, per le dimensioni assunte e per le reazioni subite, ha provocato un vero e proprio terremoto all’interno della stessa maggioranza, creando più problemi di quanti ne avrebbe dovuti risolvere.
Si è trattato di un rimpastino che ha interessato solo due assessori in uscita e due in entrata. Un normale turnover? No, perché ha lasciato fuori due aspiranti assessori (Compagnone e La Prova) ed ha messo fuori due assessori (Feola e Zarone) che invece non pensavano di uscire. Ma questo è niente, le nuove nomine hanno provocato quello che forse lo stesso Sindaco non si sarebbe aspettato, ma che avrebbe dovuto comunque prevedere. Ha nominato assessore l’attuale presidente del Consiglio Comunale, Sandro Pinelli, che riveste anche l’incarico di rappresentante dell’ente presso il consorzio ASI (Area Sviluppo Industriale) concentrando sulla sua persona, un potere che va oltre le sue stesse aspettative e che indirettamente mortifica ulteriormente i due consiglieri esclusi e quelli bocciati.
Strana la carriera politico amministrativa di questo giovane capellone disceso dalla fredda Casafredda, con andamento da vecchio sceriffo del Farwest che tutti additavano come l’uomo del sindaco, il cavalier servente, o’cafone e Casafredda. Dopo alcuni anni di militanza nel PD ed una più recente simpatia verso personaggi che, con il centrosinistra non hanno proprio niente a che vedere, una gavetta ai margini della stanza dei bottoni comunale, oggi, col petto in fuori, ostenta le due cariche di cui, quella di Presidente del Consiglio, più prestigiosa ma meno gratificante economicamente, quella di Assessore non ancora definita, ma di cui è già certo il compenso, quattro volte più allettante del primo e per finire rappresentante del comune nel consorzio ASI. Praticamente con un peso specifico all’interno della Giunta, secondo solo al Sindaco.
Attaccato dai consiglieri di minoranza per una vera o presunta incompatibilità tra le due cariche, guardato con diffidenza da alcuni colleghi di maggioranza dentro e fuori la stanza dei bottoni, egli prova a far conoscere attraverso colloqui riservati, la propria opinione su tutta la vicenda ma poi diventa reticente se gli si chiede una intervista da pubblicare.
Abbiamo allora tentato una provocazione attraverso Facebook, inviandogli un messaggio che diceva più o meno così:”Presidente, Assessore Pinelli, non si sente responsabile della ipotizzata caduta della Giunta Picierno per aver sottratto alla distribuzione interna, una carica che avrebbe potuto accontentare almeno uno dei due delusi e scongiurare il peggio? Lei ha sempre affermato di volere il bene del paese oggi invece scopriamo che vuole bene solo a se stesso”.
La risposta non si è fatta attendere, forse perché colto sul vivo:”Egregio Direttore, mi dica dove e quando e io ci sarò”
Ed eccoci qua.
Bando ai preamboli, si rende conto che con i malumori esistenti nella maggioranza, due cariche in una sola persona rappresentano una vera e propria provocazione?
Mi consente qualche doverosa premessa?
Faccia pure la premessa
Tutti ormai sanno che ho accettato la carica di Presidente del Consiglio perché all’interno della maggioranza non c’era nessuno disposto a svolgere tale ruolo. E qui sfido chiunque ad affermare il contrario. Accettai il voto della maggioranza per spirito di servizio ma con lo stesso spirito di servizio sono disponibile a presentarmi dimissionario davanti al Consiglio comunale.
Va bene allora questo significa che potrebbe optare per la carica di assessore?
“Questo non significa proprio niente perché io la disponibilità alle dimissioni da assessore, nominato appena una settimana fa, le ho già affidate nelle mani del sindaco in occasione della seconda giunta dopo il rimpasto, con la precisazione che mettevo al primo posto la necessità di non dare alibi a nessuno o pretesti per far cadere questa amministrazione. Non è una carica che fa di noi quello che siamo ma sono le nostre azioni che ci qualificano come persone”.
Ci vuole far credere che dopo aver accettato la delega avrebbe dato la disponibilità a dimettersi. Ma allora è un’abitudine quella di accettare prima e poi dichiarare di volersi dimettere
“Niente affatto. Ritenevo e ritengo che per il bene del paese la giunta dovrebbe comprendere le migliori risorse presenti nella maggioranza. Questo a prescindere dai voti o dalle promesse. In giunta occorre portare idee, lavorare per il bene comune, ridare vivacità all’azione amministrativa e slancio a tutto ciò che può essere utile in questo difficile momento. Se la logica dovesse essere questa, se fosse possibile immaginare anche la presenza di Ruggiero e di Giorgio, tanto per fare un esempio ebbene, se per fare questo è necessario rimettere anche la delega da assessore io sono assolutamente disponibile. Ma sono disponibile anche a rinunciare alle due cariche se i due consiglieri delusi possano sentirsi gratificati uno dal ruolo di presidente e l’altro dal ruolo di assessore e chiudere così questa triste pagina…”
Ma lei non era consapevole che una volta accettata la carica ci sarebbero stati dei consiglieri delusi dalle scelte fatte?
“Io non conoscevo le scelte e non sapevo che i consiglieri avrebbero reagito in questo modo. Cosa che io non avrei fatto in nessun caso. Mai e dico mai avrei messo a rischio la maggioranza in cui sono stato eletto. E la mia storia politica che ormai tutti conoscono lo dimostra. E aggiungo che stavolta ho la possibilità di essere io a rinunciare e non sono soggetto ad una rinuncia imposta da altri”.
Dunque lei si potrebbe dimettere da Presidente del Consiglio e da Assessore? L’avvertiamo che questa intervista sarà pubblicata fra qualche ora e quindi le sue dichiarazioni saranno rese pubbliche. Conferma quello che ha appena detto?
“Sto dichiarando a lei quello che i colleghi di maggioranza già conoscono e lo stesso Sindaco ha preso atto della mia disponibilità. D’altra parte per me cambierebbe poco perché io sono stato sempre presente negli uffici del comune, con o senza delega. C’è una sola cosa che mi vieterebbe di mantenere l’impegno pubblico assunto in questa sede”.
Immaginavo che ci sarebbe stato un però
“Non è quello che pensa lei. Un mio irrigidimento potrebbe verificarsi solo se la mia disponibilità dovesse essere utilizzata all’interno della maggioranza per assumere decisioni che non aiutino a ridare slancio all’azione amministrativa per il bene della nostra città, ma solo per mantenere alcune rendite parassitarie che appesantiscono e non aiutano il governo della città. A buon intenditore poche parole”.
Si, noi abbiamo capito, speriamo che lo capiscano i destinatari del suo messaggio.
L’intervista è finita, il personaggio ci è sembrato sincero, ora la palla passa nelle mani del Sindaco, del Consiglio Comunale e dei consiglieri delusi.
Ma le previsioni metereologiche annunciano tempesta.
Figueras