Ufficializzati i voti delle elezioni Regionali, iniziano i commenti dei vari leader politici e, come sempre, tutti hanno vinto. Parlano del voto, la percentuale, i vari raffronti e si dimenticano del “partito degli astensionisti” che continua a dilagare per il Paese.
Certo, forse la data scelta questa volta invitava quasi all’astensionismo ma, inutile negarlo, questo fenomeno oramai è ben consolidato e in molti rappresenta una forma di protesta.
Non ci dilunghiamo in un’ analisi politica riferite alle percentuali, queste è bene che sia fatta da professionisti del settore, ci limitiamo solo qualche riflessione di carattere generale che tengono conto anche dell’ultima legge elettorale che prevede, a oggi, due schieramenti che si contrappongono, senza possibilità di creare “liste di cordate” per un eventuale ballottaggio.
E’ evidente che i due raggruppamenti debbano avere un proprio Rappresentate (leader) che, volendo o no, deve essere l’espressione del partito che ha raccolto maggior consenso a livello nazionale. Ed ecco che nasce qualche problema in tutti gli schieramenti, fatte eccezione del Movimento 5 Stelle che, almeno fino ad ora, intende mantenere le distanze sia dai partiti di destra sia di sinistra, tenuto conto del diniego, momentaneo, fatto al nuovo Governatore della Puglia.
Dicevamo che tutti i partiti avrebbero problemi al loro interno, i partiti del centro destra, per essere chiari quelli che fanno riferimenti a Forza Italia, Lega, alla luce dei risultati, si trovano a dover riflettere su come proseguire, con quale rappresentante (leader) andare avanti.
Se la scelta dovesse essere fatta ora, obbligatoriamente, si dovrebbe compiere una scelta più estremista, poiché la Lega, e il suo segretario Salvini, hanno quasi “doppiato”, a livello di voti, Forza Italia e quindi potrebbero vantare o pretendere che sia lo stesso Salvini a guidare la lista del centro destra. Tale scelta, obiettivamente, porterebbe a grossi rischi per un’eventuale vittoria sulla Sinistra, non tanto per le scelte leghiste di politica nazionale ma, per la visione che la lega ha dell’Italia inserita nel contesto europeo.
La sinistra, unico gruppo politico capace di suicidarsi in ogni tornata elettorale, ha al suo interno varie anime, la sinistra estrema,i dissidenti, i renziani, ect.. Quindi, i rappresentanti della sinistra, facendo un bagno di umiltà, potrebbero, in teoria avere un lavoro più facile, ma si sa che, i personalismi a volte oscurano la mente da riflessioni obiettive.
I partitini dell’ultima ora, si di destra che di sinistra, dovranno necessariamente abbandonare le loro velleità che altro non è di mantenere “la poltrona” e così “vivacchiare” all’interno della “Stanza del potere” ma scegliere chi è il loro padre politico in maniera definitiva.
Resta poi il Movimento 5 stelle con la sua particolare “non organizzazione” dovrà crescere sotto quest’ aspetto se vuole candidarsi a partito di governo. Sperimentare anche forme di governo locale con chi condivide i punti del suo programma e, conseguentemente, essere decisivo sulla scelta dei programmi stessi.
Notoriamente, i politici hanno come prima prerogativa “restare al loro posto” e già qualcuno sta formulando l’ipotesi di cambiare la legge elettorale da poco approvata.
Ritornando alla prima parte di questo discorso, si potrebbero sbaragliare tutte le “alchimie politiche”, tutti i ragionamenti, tutti gli accordi sottobanco, se uno solo dei partiti riuscisse a porsi la domanda e dare la giusta risposta sul perché il 50% degli italiani non va più a votare.
A noi non resta altro che attendere e manifestare sempre civilmente il nostro dissenso e sfruttare l’unica arma a nostra disposizione, “il voto libero”.
Carlo Mirabella