La politica dovrebbe indicare le strade da seguire e le priorità. La macchina comunale, perseguirle. La sua sindacatura si caratterizzò anche per lo scontro pubblico con la macchina comunale. Nel caso specifico del “progettone” crede abbia influito questa situazione o peggio ne sia stato l’emblema?
Come ho già detto, proprio questo finanziamento ha dimostrato la distanza siderale tra ciò che servirebbe ad un Comune normale e ciò che la macchina comunale poteva e può offrire. È una struttura che si regge sul sacrificio, la passione e l’abnegazione di pochi, che continua ad essere autoreferenziale in molti senza alcun motivo valido, che non è assolutamente nelle condizioni di attuare le politiche degli amministratori di turno, che miete le sue vittime con costanza e cinismo da più di 30 anni. Non rinnego niente delle tensioni del mio passato da Amministratore, anzi rimpiango solo di non aver avuto il coraggio e l’incoscienza di fare ciò che avevo in mente sin dalla fine del 2013. Forse mi sbagliavo e mi sbaglio, ma le rivoluzioni non potevano e non possono essere sempre gentili e indolori.
Lei ha ricoperto il ruolo di Sindaco e oggi ricopre quello di consigliere di opposizione. Curiosità personale, cosa cambia a stare dall’altra parte?
È evidente che cambia molto, specie per il modo con cui oggi la legge distribuisce il potere tra i vari organi del Comune. La differenza che mi appare più evidente rispetto al mio passato sindacale è che oggi non mi sveglio ogni mattina con i pensieri di tutto ciò che dovrei fare, di tutto ciò che vorrei fare, di quello che non posso fare e di quello che non ho saputo o potuto fare. In quei cinque anni è stato sempre più complicato per me incrociare e sopportare lo sguardo delle persone, che a ragione o a torto, erano speranzose, deluse e arrabbiate. Oggi da consigliere di minoranza mi sento umanamente più leggero. Oggi, dopo un anno dalle scorse elezioni, qualcuno pensa ancora che la nostra opposizione, fatta con puntiglio e applicazione, sia solo un modo per soddisfare uno sfizio o per rivalsa, ma questo qualcuno non vuole capire che il nostro modo di fare è solo il frutto della responsabilità che abbiamo assunto nel 2018 quando abbiamo chiesto di nuovo la fiducia agli elettori. Quei coraggiosi che ci hanno scelto oggi hanno il diritto di far sentire la loro voce e di chiederci conto della nostra azione amministrativa. Ecco: il rispetto e la responsabilità sono due parametri il cui peso non è assolutamente cambiato in questi ultimi sette anni. Ieri da Sindaco, oggi da solitario rappresentante di un gruppo di minoranza, ho il dovere, insieme a tutta la nostra associazione, di studiare, capire, segnalare, informare, discutere, sollecitare e non mi posso permettere il lusso di guardare dall’altra parte. Oggi come allora c’è la voglia di costruire qualcosa di utile e, in particolar modo, di riparare all’errore più grande che ho commesso: assistere da spettatore allo sfaldamento di un’esperienza. Ora voglio cercare di lasciare una piccola eredità di competenze e conoscenze a chi vuole prepararsi per un futuro da cittadino attivo e senziente. Mi basta questo.
Cosa ha lasciato l’amministrazione Di Benedetto a quella di oggi e cosa può dare l’opposizione di Di Benedetto.
Con tutti i miei limiti, la nostra Amministrazione ha rappresentato un vero punto di svolta. C’è stato un radicale cambiamento delle facce della rappresentanza politica, c’è stato il tentativo di dimostrare che la politica si fa per passione e non per professione, c’è stato il lavoro di squadra che ha tentato di prendere il posto dell’egocentrismo, c’è stato il coinvolgimento diretto dei cittadini agevolato dalle nuove tecnologie, c’è stata un’educazione e attenzione alle richieste di tutti senza distinzione di appartenenza, c’è stata la spinta ad interpretare il ruolo di Amministratore in modo diverso dal passato, c’è stata la voglia di guardare al di là della contingenza e dell’orizzonte elettorale, c’è stata la battaglia continua per garantire trasparenza a tutto ciò che accadeva nelle stanze del palazzo municipale, Naturalmente tante altre fatti non ci sono stati, altrimenti oggi forse – ma non è detto – le cose sarebbero ben diverse. La nostra azione di minoranza oggi può offrire tanto proprio alla maggioranza, solo se questa avesse la voglia di leggere le nostre richieste e sfidarci sulle soluzioni. Infatti, una minoranza attenta e presente aiuta la maggioranza a sbagliare di meno, la stimola a studiare e a capire, e la costringe a leggere i problemi in modo compiuto. Non ci piace far polemica solo per il gusto di farla, visto che siamo stati noi stessi vittime di questo approccio, ma tutte le nostre rimostranze sono frutto di studio, approfondimento e contengono anche le possibili soluzioni. Ecco allora basterebbe avere la voglia di leggere, studiare e litigare di meno.
Massimiliano Stefàno