“Devi intervistare Nicola Di Benedetto”.
Con questa frase quasi impositiva, il Messaggio mi affida questo compito. La prima domanda che mi pongo: perché io? Non trovo risposta. Mi faccio coraggio e contatto l’ex sindaco della città. Ne viene fuori questa intervista che pubblicheremo in due parti, in cui si affrontano le vicende politiche- amministrative di una parte della storia di questa città. Una lunga chiacchierata che credemi mi arricchisce. Anche se ancora non ho trovato la risposta al “perché io?”, ringrazio il Messaggio e Di Benedetto per aver affidato a me il compito.
Ingegnere Di Benedetto, l’amministrazione in questi giorni ha annunciato il recupero del finanziamento di 6 milioni di euro per le fognature. Sono stati più bravi di Lei?
“Direi che hanno fatto semplicemente il loro dovere, visto che hanno concluso un percorso amministrativo iniziato e consolidato tempo fa dalla nostra Amministrazione. Infatti, la storia di questo progetto è lunga e travagliata: nasce a fine 2013, scrive un capitolo importante a metà 2014, subisce uno stop devastante nel 2015, riprende a fine 2016, si consolida con vigore ad aprile 2018 e oggi scrive finalmente il suo primo epilogo. Per evitare che qualcuno mi accusi di chiacchierare soltanto, preferisco indicare i documenti, cioè le cose che contano, che dimostrano la precedente ricostruzione. Con la delibera comunale di fine novembre 2013, programmammo la partecipazione ad un bando della regione per la concessione di finanziamenti europei. Annusando l’aria che tirava e cercando di mettere a frutto (finalmente!!!) i 2 miliardi di vecchie lire già spesi dai cittadini teanesi per pagare dei tecnici esterni che avevano redatto – durante la sindacatura Zarone – un mega-progetto oramai dimenticato, decidemmo di presentare in Regione anche la progettazione di cui oggi tanto si parla. Dopo agguati di ogni tipo, questa proposta progettuale, acquisita a costo zero, fu approvata dalla nostra Giunta a gennaio 2014. Il nostro sforzo fu premiato, perché la Regione lo finanziò con un decreto di fine giugno 2014. A quel punto, gli uffici preposti svolsero la gara per l’affidamento dei lavori che si concluse a settembre 2015, ma dimenticarono di attuare ciò che le regole del finanziamento prevedevano e quindi quei fondi europei furono persi. La nostra Amministrazione si attivò immediatamente per capire se esistessero delle possibilità di recuperare il finanziamento, nominò un nuovo responsabile, operò senza tanti clamori e, dopo qualche mese, raccolse i frutti, visto che proprio quel progetto fu inserito nell’elenco delle opere da finanziarsi con i soldi resi disponibili del “Patto per la Campania”, firmato dai Presidenti Renzi e De Luca. Basta leggere la delibera regionale di dicembre 2016 per avere i riscontri che servono. Da quel momento il percorso accidentato riprese forza e acquisì definitivamente sostanza ad aprile 2018, poco prima delle ultime elezioni, con l’approvazione del contratto che regola i rapporti tra il Comune di Teano e la Regione Campania per la gestione di questo finanziamento. Basta consultare il Bollettino regionale del 23/04/2018 per averne conferma. A partire da allora la Regione ha continuato la sua istruttoria sullo stesso progetto già controllato nel 2014, ha attraversato diverse vicissitudini organizzative ed è arrivata ad approvare il decreto sbandierato in questi giorni. Proprio la lettura di questo decreto conferma punto per punto, la storia ammnistrativa sopra riassunta. Quindi per chi vuole intendere c’è poco da aggiungere”.
Quindi sotto la sua amministrazione, fu anche esperita la gara che individuò la ditta che oggi dovrebbe svolgere i lavori. Sorge il dubbio che Lei abbia “fatto il letto” a chi poi l’ha succeduta.
“Noi abbiamo sempre cercato di affrontare i problemi della nostra Città non guardando ai soli cinque anni della nostra Amministrazione. Molte delle nostre iniziative avevano bisogno di tempo per potersi concretizzare, anche perché continuamente osteggiate, non capite o non percepite come “necessarie”. Bisognava cambiare un sistema inefficiente e abituare le persone a “programmare per progettare ciò che è utile”. Lo avevamo detto e lo abbiamo cercato di fare. Nel caso specifico, abbiamo programmato nel 2013, progettato a costo zero nel 2014, ciò che la Città prima immaginava solo di vedere con il binocolo. Io ho sbagliato a non tenere unita la squadra e a non favorire un possibile e progressivo ricambio che potesse supportare nel tempo la programmazione di medio-lungo periodo. Nel 2018 abbiamo cercato di rivendicare la nostra esistenza, grazie all’aiuto prezioso del dott. Claudio Gliottone e di altri coraggiosi, ma gli elettori non ci hanno premiato. Ora chi è democraticamente subentrato, avrebbe il dovere di completare il lavoro e di integrarlo, viste le tante emergenze cittadine proprio in campo fognario e depurativo, dando senso ad uno dei principi più banali in assoluto, cioè quello della continuità amministrativa. Bisogna dare atto che i nuovi Amministratori hanno seguito la vicenda (almeno questa), hanno finanziato un possibile depuratore in Teano Scalo, sfruttando gli spazi di bilancio offerti dal tanto bistrattato governo nazionale giallo-verde, e ora sono pronti e freschi anche se di memoria corta. Sono solo ai piedi di una prima salita irta e insidiosa. Spero che se ne siano resi conto e che abbiano il fiato e i muscoli che servono.
Se ho capito bene questo progetto prende vita sotto l’amministrazione di Guido Zarone. Sono passati 19 anni circa per veder finanziato una parte di quel progetto. Ma davvero sono questi i tempi in un mondo che dopo 5 anni è già cambiato?
C’è da essere sgomenti. Il cosiddetto “progettone” ha toccato tutta la nostra storia amministrativa degli ultimi venti anni e ci vorrà ancora un bel po’ di tempo affinché i benefici reali si possano iniziare a toccare con mano. Sono state mancate tante occasioni in passato quando si poteva scialare e sono stati fatti in qualche caso programmi troppo pretenziosi, il tempo è passato inesorabile, la competizione tra Enti è diventata dura e asfissiante, i soldi sono andati via via diminuendo, ma la nostra realtà cittadina è rimasta congelata, ferma ad aspettare in colpevole solitudine che un miracolo accadesse. Questo è il problema dei problemi: siamo in ritardo rispetto a molti e non so se ci siano le forze per accorciare le distanze, visto che oggi il mondo non cambia in 5 anni, ma in pochi mesi. Le novità sono travolgenti e sfidanti. Sta a noi, come comunità, scegliere se assistere dall’esterno delegando in bianco ogni cinque anni qualche “nuovo messia” e la sua setta, o se tirare fuori la forza e l’ambizione di partecipare attivamente ai giochi, mettendo sul piatto del nostro futuro le nostre risorse migliori”.
Massimiliano Stefàno