Non avrei mai immaginato che potesse rappresentare un capitolo della mia vita, fino al giorno in cui, un po’ per caso, un po’ per circostanze, ho avuto il piacere di sedermi ad un tavolo con persone ben più preparate di me, più temprate e con un bagaglio d’esperienza tale da incutere soggezione. Sono cresciuto tra squadrette e rendering e vi confesso che all’inizio ho pensato e dubitato sul mio ruolo e su ciò che realmente avessi potuto dare in termini di apporto positivo al gruppo con cui condividevo il tavolo.
Devo ammettere che ho conosciuto persone che mi hanno trasmesso sin da subito, una delle sensazioni più belle che si possano percepire nell’incontro con un altro, la serietà.
Termine austero, freddo, da leggere tutto in un sol fiato, la serietà che ahimè con il passar dei giorni, con l’avvicinarsi dei dunque chiarificatori, ha assunto sempre di più una valenza marginale all’interno della scena politica della città.
La nostra città, quella bistrattata, vilipesa, lasciata in rovina e troppe volte umiliata, quella città culla culturale millenaria, con i suoi borghi la sua cinta muraria, le sue chiese e quel teatro che collocato in altri luoghi farebbe la fortuna di qualsiasi amministrazione comunale.
…ma allora perché siamo ridotti così? È una delle domande a cui non sapevo rispondere o forse non ne percepivo l’esigenza fino a quando mi sono ritrovato nel bel mezzo di una campagna elettorale che mi ha aperto gli occhi e chiarito diverse questioni.
Ho assistito ad un valzer continuo di parole e prosopopee degne dei migliori incantatori di serpenti, ho pesato e osservato ogni atteggiamento, registrato continui voltafaccia come se tutto fosse un gioco, ho constatato a malincuore che tutto ciò che circondava me ed i miei amici al tavolo è solo una ricerca egoistica di visibilità e potere effimero. I soliti volti, le solite dinamiche arriviste, i soliti giochetti egoistici che hanno, ahimè, lasciato solo sconforto e delusione. Se la politica di questa città è quella che ho toccato con mano, non illudetevi cari concittadini, il baratro in cui siamo caduti purtroppo rimarrà a farci compagnia ancora a lungo.
A questo gioco, noi del gruppo FUTURA, e nel pronunciarlo ne sento l’orgoglio, non ci stiamo, abbiamo preferito fare un passo indietro. C’è chi dice che fare un passo indietro è da vigliacchi, bisogna combattere per far valere le proprie idee, io dico che facendo un passo indietro, NOI ne stiamo facendo due avanti.
Questa politica non ci appartiene, presentare una lista ai cittadini con il solo scopo di unire diverse personalità che alla fine non hanno nulla in comune la consideriamo una presa in giro, l’ennesima coltellata sferzata alla città senza pensarci due volte.
Chi prova del sentimento per questo paese, chi ha idee e progettualità non ricerca consenso attraverso la “compravendita” di personaggi con l’unico intento di arricchire il bacino di voti necessario per vincere, chi prova del sentimento per questa città si siede ad un tavolo, discute di temi, di problematiche e crea simbiosi con chi sposa le tue stesse idee e si arricchisce da chi muove critiche costruttive.
E’ tutto ciò che abbiamo provato a fare noi e proveremo anche nei prossimi mesi, certi che purtroppo il futuro vincitore, qualunque esso sia, intento a costruire la vittoria attraverso le solite vecchie e puzzolenti dinamiche non avrà futuro amministrativo lungo.
Noi resteremo vigili ad osservare, studiare e preparare un futuro roseo per questa città, quel futuro che voi attori e politicanti non potete garantire adesso, semplicemente perché vi manca quella “cosa” lì… la SERIETA’.
Vigili e attenti, a presto.
Giuseppe Rotondo