Napoli 4 maggio 1903 – Teano 5 gennaio 1984
Era il Conte Cattaneo di Sannicandro, un raffinato gentiluomo di alta statura segaligno, affabile, nasuto e gentile. Al suo attivo ben due lauree. Ma si dedicava essenzialmente alla guida delle sue sterminate proprietà… il cui sottosuolo poteva vantare manufatti archeologici di varie epoche ed alcuni di straordinaria esecuzione.
Visitava le sue tenute generalmente a piedi, a larghe falcate e lo si poteva scorgere a grande distanza. Spesso data l’ora sostava a pranzo senza formalità con i suoi numerosi fittavoli coloni mezzadri campari contadini e sul far della sera magari tornava al suo palazzetto in via Guastaferri mi pare.
Lo conobbi da giovane io e ci trattenemmo a lungo nel suo salone di rappresentanza dove troneggiava un monumentale bigliardo d’epoca ingombro di libri e scartafacci vari che ne impedivano naturalmente l’uso, purtroppo. Parlando della Teano italica e della Teano romana scivolammo inevitabilmente sul suo argomento preferito di cui era maestro: i Longobardi. Aveva scritto alcune opere su landulfo Sesuolano naturalmente, notabile Longobardo. Sei ore passarono, il conte si alzò con flemma dalla sua poltrona, si accomiato’ con garbo e mi invito’ successivamente per altre visite.
Era naturalmente amico degli studiosi di Teano con i quali si confrontava urbanamente per lunghe e lunghe ore. Concludo così queste mie scarne note giovanili, sul filo rosso della memoria di un nobiluomo che va ascritto con merito a quella schiera di uomini che si occuparono di Teano e della sua gente, producendo lavori di notevole interesse.