Quando si parla del famigerato “Progettone” mi vengono in mente scherzosamente le gag di Paolo Villaggio nei panni di “Fantozzi”, non perché in sé l’opera faccia ridere, sebbene qualcuno nell’attuale maggioranza – o qualcuno molto autorevole vicino ad essa – avesse, per il passato (durante l’amministrazione Zarone prima e, poi, quella Di Benedetto) sostenuto che il progetto è sbagliato, quanto piuttosto per i raccontini tragicomici che ci accompagnano in merito da anni. Sicuramente, in questo periodo di magra politica, quanto molto si è promesso e poco si è raccolto, si capisce che l’eventuale conseguimento di un finanziamento così importante per la vita del paese, rappresenta il classico “grasso che cola”, il salvagente per tirare il fiato e riprendere quota agli occhi del proprio elettorato. Interessanti, in senso diverso, sono stati gli articoli a tema e le interviste che ne sono derivate. In particolare sono rimasto impressionato sia della intervista rilasciata dal Consigliere, Capogruppo, Assessore senza portafoglio ai lavori pubblici e le fognature, Pierluigi Landolfi, quanto quella rilasciata, e qui ci starebbe bene una musichetta tipo la toccata e fuga di Bach (caricata di un’aria maggiormente spettrale), dal Consigliere di Minoranza, nonché ex Fascia Tricolore Nicola Di Benedetto. Si badi, qui siamo di fronte a due figure professionali che, seppur differenti, hanno ricevuto la formazione in Ingegneria e quindi, a differenza di qualunque profano (rientro tra questi) dovrebbero ben comprendere cosa si va dicendo. Ed invece, dopo una attenta lettura di tutti i comunicati pubblicati sono arrivato a quello che, a prima impressione, potrebbe sembrare, per i ruoli ricoperti e alla luce del risultato conseguito, una vera contraddizione in termini: uno ne sa e ne dice troppo poco (il Cons. Landolfi) per rivendicare il risultato e l’altro (Di Benedetto) ne sa troppo, per non farlo. Ed infatti, a quanto si riesce a capire, entrambi rivendicano il traguardo, seppure con stili e metodi diversi: uno esegue una compendiosa – magari troppo – ricostruzione degli accadimenti e delle procedure poste in essere, l’altro grida semplicemente al risultato! Tuttavia, senza volere entrare troppo nel merito della vicenda, affrancatomi dagli spot propagandistici sbandierati negli ultimi tempi, nell’intento di riconquistare una dimensione ragionevole e più vicina alla realtà della vicenda, seppur intontito da tutte le informazioni raccolte, continua a gironzolarmi nella mente un unico e solo jingle: << ci siamo battuti come leoni per fare capire alla Regione le nostre esigenze ed alla fine il risultato è arrivato>>. Battuti come leoni? Per fare capire alla Regione, cosa? In ogni caso, se da un lato, l’intervista dell’Ex Sindaco è stata, diciamo, fin troppo “tecnica” per essere facilmente compresa, dall’altro quanto rilasciato dal Consigliere Landolfi è contraddetto dagli stessi atti di cui si limita a pubblicare uno stralcio. In verità l’intervista rilasciata dal Consigliere di Maggioranza ha il merito di essere semplice e nazional popolare: si urla quello che si vuole sentire, insomma! In sostanza si mostra una medaglia e ce la si appunta in petto. E fa nulla se non si conosca la storia, la si conosce male, o si riferiscono cose che nulla riguardano la sostanza del progetto; in fondo una bella medaglia splende e tutti ne restano abbagliati. Ma cosa si cela dietro quello splendore? Sicuramente una storia diversa da quella che viene comunemente raccontata dal momento che lo stesso stralcio del decreto pubblicizzato dall’Ing. Landolfi reca, a titolo esemplificativo, dei riferimenti temporali incomprensibili se si tiene conto la data della presentazione della domanda (aprile 2018) e quella in cui lo stesso consigliere fu eletto ( giugno 2018) al Consiglio Comunale e la circostanza che già nel corso di un Consiglio Comunale, tenutosi a ridosso delle elezioni, fu rappresentata la notizia del rifinanziamento del progetto. Ma le figure, non quelle sulle carte, non finiscono qui…se si legge nella sua interezza il decreto 179 del settembre 2019, si coglie il vero significato della strenua lotta compiuta dall’ amministrazione comunale, rispetto a quanto fatto dall’ amministrazione Di Benedetto. La cosa più semplice ed onesta sarebbe stata quella di dire che ognuno, nel rispetto del principio della continuità amministrativa e delle sorti di Teano, ha fatto il suo. Perché perdersi, quindi, in inutili panegirici, visto che a nessuno importa né del “come” nè del “chi”? Ed allora se nessun atto è stato compiuto, quale è il merito? Quello di avere ricevuto uno sponsor politico regionale, che poi ci presenterà il conto? Mah, non credo… quello non si può fare. Per quanto ricordi, in casi analoghi, la magistratura (emblematico il caso “La Regina”) parlava di specifiche ipotesi di reato! Ed allora, non pago, non mi resta che continuare a riflettere sul senso dei continui viaggi a Napoli, ma ancor di più, non abbandona la mia mente l’assurda iconografica del << ci siamo battuti come leoni>>.
Carlo Cosma Barra