Abbiamo più volte lanciato da queste pagine l’allarme sulla situazione che sta vivendo il settore delle costruzioni a Teano, settore che abbraccia una buona percentuale dell’economia cittadina. Abbiamo evidenziato come l’indifferenza, l’accidia, peccato capitale, si siano impossessati di chi dovrebbe consentire lo sviluppo ordinato di quel settore che oggi vive nel caos più totale. Abbiamo anche cercato con una lettera aperta, di interessare alla questione le forze politiche che amministrano la città, proponendo azioni concrete per cercare di smuovere la palude in cui ristagna questo ambito. Purtroppo abbiamo raccolto solo indifferenza, tranne un cenno di solidarietà da parte del capogruppo PDL: sembra che la questione riguardi solo noi. E’ evidente a questo punto che lo status quo conviene a tanti: tenere la città in una condizione critica sia dal punto di vista economico che della qualità della vita costituisce evidentemente una situazione ottimale.
Le condizioni in cui si svolge la nostra attività professionale non sono mai state così degradanti, e ciò soprattutto perché la politica ha rinunciato ad esercitare la propria funzione delegando ad altri, non eletti e perciò non responsabili, la gestione della cosa pubblica. Nei rapporti che si intessono con l’Amministrazione viene persa la certezza del diritto; è tutto aleatorio, tutto sottoposto ai capricci del personaggio di turno che detta i tempi che ritiene di far sopportare, fregandosene delle norme. Per questo la nascita e l’esistenza della nostra associazione viene vissuta in termini di affronto personale: rompiamo le uova nel paniere, mettiamo il naso in faccende ritenute private e non pubbliche. La nostra esistenza rende più difficile lo scambio di favori clientelari. Qualcuno ci ha chiamato talebani, cioè ribelli, a significare la non accondiscendenza verso chi pretende di continuare ad esercitare la propria egemonia sull’intero settore, sottoponendo ai propri voleri, e forse ai propri interessi, le esigenze di una intera categoria professionale: siamo vissuti insomma come nemici.
Tutte le espressioni della vita amministrativa che riguardano la nostra sfera di interessi mostrano aspetti molto poco soddisfacenti. L’urbanistica, sulla quale a breve pubblicheremo un nostro documento, ha le carenze, anzi si può dire l’assenza, evidenti agli occhi di tutti: dopo aver partorito uno strumento generale del tutto insoddisfacente, quasi comico sotto tanti aspetti, non riesce a fare alcun passo avanti riprecipitandoci nella situazione ante 1977, anno in cui, se non ricordo male, fu firmata la prima convenzione con l’arch. Paolantonio per la redazione del PRG. Sull’edilizia privata ormai abbiamo pubblicato tanti di quei documenti, critiche, osservazioni, proposte, ultima una articolata proposta di informatizzazione della prassi burocratica di gestione delle pratiche edilizie, nonché la proposta di ricostituzione della commissione edilizia, che ormai anche i basoli del corso avranno inteso che c’è qualche problema che andrebbe affrontato e risolto; forse i basoli ma non i nostri interlocutori naturali affaccendati in altre faccende.
Un capitolo a parte merita il settore delle opere pubbliche. Lo spreco delle poche risorse che il comune gestisce grida vendetta al cospetto della buona amministrazione. Progetti, che dovrebbero essere esecutivi, che hanno bisogno in fase realizzativa di continue varianti (sotto gli occhi mi è capitato un lavoro che ha avuto una variante del 60%, praticamente un nuovo progetto), lavori che per la maggior parte non risolvono mai definitivamente un problema, mal condotti e peggio eseguiti. Alcune associazioni cittadine ci chiedono di prendere posizione davanti a situazioni che rischiano di avere risvolti anche drammatici, e comunque rendono la vita più complicata. Noi non ci tireremo indietro, non ci stancheremo di manifestare all’opinione pubblica il nostro punto di vista, crediamo qualificato, sulle questioni che interessano il nostro territorio, nella speranza che noi cittadini prendiamo prima o poi coscienza dei nostri diritti e decidiamo una buona volta di ribellarci agli abusi a cui veniamo sottoposti.
Gino Gelsomino
Presidente Consulta Tecnici