Si. Piano piano ci siamo arrivati a confondere tutto e tutti, nel groviglio più totale di avvenimenti, di posizioni, di interventi e persino di lingue, come accade nel libro di Carlo Emilio Gadda: “Quer pasticciaccio brutto di via Merulana”, dove la politica si mescola con la delinquenza, il bene con il male e persino le lingue si ingarbugliano in una mescolanza di dialetti sempre più difficili da comprendere.
Che dire delle vicende fuori dal tempo e dalla storia che hanno animato ed animano ancora taluni cittadini di Vairano e dell’incosciente progressivo condiscendimento ad esse, nel pro o nel contro, dei nostri concittadini o, peggio, dei nostri amministratori? Grande confusione che comunque fa notizia: e questa non può che giovare a chi getta il sasso nell’acqua e rimesta situazioni acquisite da anni ed anni.
Accondiscendere al gioco, e dare importanza a chi tira in ballo “illustri” personaggi politici, come Giuliano Amato, che tutti sanno essere un “grande storico” (?) cui prodest? A chi giova? Solo a chi tenta di appropriarsi di quanto non gli appartiene.
Rientra, secondo voi, nel “politicamente corretto” accettare un travisamento ambientale di un avvenimento solidamente acquisito e riportato su tutti i libri scritti da “veri” storici (mi vien da aggiungere “con tanto di palle”) e persino nelle definizioni delle Parole Crociate per designare la nostra città, messo ultimamente in atto dai nostri amministratori?
O ci rientra l’offeso sbraitare senza costrutto di chi si ritiene defraudato e depredato di un bene indepredabile, sia perché universalmente riconosciuto per oltre centosessant’anni come accaduto a Teano, sia perché puramente casuale e finora valutato ed ingigantito soltanto per questo?
Né l’uno n’è l’altro.
A tutto questo “pasticciaccio brutto” siamo arrivati non comprendendo e non facendo comprendere l’alto valore storico, politico, civile, di quella stretta di mano che era conclusione di un lungo periodo preparatorio, con martiri, pensatori illustri, poeti e compositori, di quella Unità d’Italia che rappresentava, per la prima volta, la nascita dello Stato Italiano.
Per la prima volta sulla carta geografica d’Europa era presente il Regno d’Italia in quasi tutti i suoi confini naturali e governato da soli italiani, che fossero piemontesi o siciliani (da Cavour a Crispi) poco importa. Ed era avvenuto partendo dalla Repubblica Partenopea del 1799, della quale fu primo Presidente un “cittadino”, guarda caso, nato proprio a Teano, Carlo Lauberg, e si era costellato del sacrificio di grandi martiri, da Eleonora de Fonseca a Giovanni Caracciolo, dai Fratelli Bandiera a Carlo Pisacane e tanti tanti altri che non erano “briganti” di fatto, o tali divenuti perché pensavano, delusi, a chissà quali arricchimenti sarebbero loro derivati dall’Unità d’Italia, ma erano semplicemente “patrioti” che in essa vedevano innanzitutto il riscatto della libertà dagli stranieri che da secoli li governavano dispoticamente.
Ed era un regno “costituzionale” e non “assolutista”: come invece era persino il regno del Santo Padre Pio Nono, il quale, tutt’altro che cristianamente, non lesinava sull’uso della forca, come i suoi devoti fedeli Ferdinando di Borbone e Francesco l di Borbone, per difendere il proprio potere temporale.
A questo e solo a questo dobbiamo pensare, se vogliamo “volare alto” e sensibilizzare coscienze. Il nostro patrimonio è questo: da quel ch’è successo a Teano è nata l’Italia, con tutti i suoi grandi meriti e difetti, ma pur sempre e soltanto la nostra “Patria”!
Non si abdichi e questo concetto, specie da parte dei nostri amministratori, ma ugualmente non si faccia facile critica giusto per dar corpo a qualche articolo. Si ignori ogni polemica e si costruisca finalmente un futuro, tutti insieme e non l’un contro l’altro armato.
Solo così potrà dipanarsi “il pasticciaccio brutto” che giornalmente si accresce sull’argomento “Incontro di Teano”!
Claudio Gliottone