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Tutto quello che c’è da leggere sul (nuovo) jazz
di Franco Fayenz
Ricordo bene il tempo – parlo di venti o trent’anni fa al massimo, non della preistoria – in cui l’indimenticabile Arrigo Polillo, il sottoscritto e pochi altri venivano guardati in Italia con una certa curiosità perché erano dei tipi speciali che scrivevano o avevano scritto qualche libro sul jazz. Naturalmente mi sono accorto che adesso la situazione è molto cambiata, tanto è vero che faccio questa segnalazione da considerare come una scelta, forse un po’ arbitraria, di alcune delle opere recenti più interessanti, essendo impensabili delle vere recensioni senza recare torto ad altri autori.
I libri specifici, infatti, sono diventati un’alluvione. C’è chi ne scrive due alla volta. Sull’argomento mi riservo naturalmente di ritornare quanto prima. Comincio dal più fresco di stampa, il più bello e il più indispensabile e atteso, appena presentato nella Sala Petrassi dell’Auditorium della Musica di Roma: si tratta de "Il Jazz in Italia vol. 2" di Adriano Mazzoletti per le edizioni di Torino (EdT). Quest’opera ponderosa, stupenda, frutto di anni di ricerche minuziose e accurate, ha una storia. Inizia ufficialmente nel 1982 con un agile libro omonimo per le edizioni Laterza di Bari. Ma poi l’impegno di Mazzoletti si dilata e diventa enorme (non si dimentichi che ha curato e cura tuttora anche una collana discografica intitolata "Jazz in Italy" con la valida collaborazione della moglie Annamaria Pivato).
Nel 2004 esce per EdT "Il Jazz in Italia dalle origini alle grandi orchestre" di ben altro spessore, che fra gli innumerevoli meriti ha quello di retrodatare la nascita del jazz italiano, prima considerato in ritardo rispetto ad altri Paesi europei. Ma ora ecco il capolavoro: "Il Jazz in Italia volume secondo" in due tomi di complessive 1640 pagine dedicate al periodo dallo swing agli anni sessanta. Ce ne saranno altri? Mazzoletti non è mai stato tenero con la modernità e l’avanguardia, quindi lascio l’interrogativo in sospeso di proposito. Aggiungo però che il lavoro dello studioso genovese già basta e avanza, oltretutto, per riscattare in parte altri esperti italiani di lungo corso che a suo tempo snobbarono per esterofilia il jazz nazionale al punto di danneggiarlo. Andiamo a qualche altra segnalazione. Non si perda il quarto libro di Stefano Zenni per Stampa Alternativa, "I Segreti del Jazz", con allegato un cd che contiene 110 splendidi brani di jazz in formato mp3: nessuno potrà dire di conoscere come si deve la materia se non avrà letto queste pagine e ascoltato il relativo disco. Luca Cerchiari (è uno di quelli dei due libri alla volta) licenzia per Bompiani un robusto volume, "Intorno al Jazz" (pagg. 650), sostenendo che è l’opera della sua vita e bisogna credergli.
Poi c’è "
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