Nel lago della memoria dei Teanesi permane solenne la carismatica Figura di S.Paride, nome di tradizione mitologica. Il nome greco originale era Paris-Paridos, latinizzato in Paris-Paridis. Di origine incerta, forse pregreca, ha il significato calzante di lottatore, battagliero. Niente toglie che potrebbe essere stato di altra provenienza etnica , volato ad Atene sulla scia di S.Paolo e altri Precursori.
E’ grazie a Lui che hanno un proprio onomastico cristiano i circa 5000 Paride italiani. Inoltre molti nostri concittadini hanno per cognome De Paris e De Pari, e anni addietro anche quello ormai scomparso di Santoparide. La vita del Santo fu collazionata dalla tradizioni in varie versioni , unanimi nel ritenere che presso una fonte del Savone, allora con una portata idrica superiore a quella attuale esistesse un vasto tempio consacrato a un culto esotico di drago o ciclopico serpente d’acqua che fosse. S. Paride ancora giovane e determinato decise di porre un definitivo stop a tale culto. Il resto della vicenda è noto. Ci ha pensato anche Flora Maria a rinverdirne la memoria, col suo scilinguagnolo da Tranquillina , dopo essere scampata alla funzione di gustoso dessert della simpatica divinità anguiforme Questa la "leggenda" con molti tratti simili ad altre, da sempre accettata per il suo "nocciolo "di veridicità.
Non da molto l’esistenza del nostro Patrono come fondatore della Diocesi nel IV secolo è stata messa in discussione dal Caiazza in un accurato studio edito col totale concorso del Comune di Teano. L’esimio sannitologo nega la fondazione della Diocesi nella prima metà del IV secolo, affermando che Paride ne sia stato appena il "restitutor", eliminando il Vescovo ariano che ne occupava la cattedra. La lettura della storia andrebbe quindi osservata da un altro profilo. La cattedrale,la basilica sulla fonte, è usurpata da un presule ariano. Il nostro Paride restaura l’ortodossia cattolica debella il credo ariano e si conferma vescovo legittimo. Tutto questo guazzabuglio dottrinale si sarebbe verificato nella 2a metà del VII o nei primi dell’ VIII secolo. L’ardita tesi non difetta di qualche piacevole effetto, ma a supportare la tradizione che proclama il nostro Santo Padre fondatore della Diocesi e ne stabilisce alla metà del secolo IV l’origine. Giocano molti dati storici e altre considerazioni di buon senso. S Paride Vescovo del VII o VIII secolo, suppone un altro fondatore secoli prima. Chi? S Amasio e S.Urbano suoi successori immediati subirebbero di conseguenza un trasloco cronologico. Il culto di Amasio è vetusto e non solo a Teano dove nell’omonima contrada furono esumati resti di un antica evidenza architettonica (l’abside di una chiesa?). E vicino si scoprirono epigrafi cristiane e il bel mosaico dell’Epifania. Se alla metà del IV secolo (datazione del mosaico) ,alla luce di una ricca scoperta di frammenti epigrafici paleocristiani raccolti in vari siti archeologici, Teano, pur dotata di una considerevole comunità cristiana non fosse stata ancora eretta Diocesi , avrebbe dovuto appartenere ad altra finitima: Cales o Suessa. Infine il Vescovo di Teano Quinto partecipò al sinodo del Romano Pontefice Simmaco nel 499 e ne sottoscrisse gli atti. Infine il Vescovo teanese Domnino fu destinatario di una bolla di Pelagio I nel 555. Il Professor Marazzi docente di archeologia medievale liquidò, tout court, come "peregrina" la teoria del Caiazzo, in una sua erudita conferenza sul tema.
Ci sarebbe ancora altro da argomentare specialisticamente , ma questo scritto diverrebbe più mattone di quello che è. Importante è promuovere,valorizzare, diffondere il culto di S. Paride in tutte le modalità possibili, come da anni fa infaticabilmente il nostro Vescovo, e ultimamente come si adopera con forza e passione lo splendido attuale comitato che ci dona una festa più agile, sicuramente più sentita e reinventata con modulazioni più accattivanti e scintillanti,e soprattutto con pochi mezzi.
Giulio De Monaco.