Un fiore peregrino a Teano é il titolo dal sapore deliziosamente panegiristico pubblicato nel 1914 per i tipi di D’ Auria Editore in Napoli, scritto da P. Damiani. A seguire nel 1970 il buon P. Ciccio Santoli amplia il panegirico alla nostra Santa Patrona femminile di Teano producendo Santa Reparata nel suo Santuario Teanese con una certa completezza e vitalità.
Santuario, prescindendo da quelli romani e preromani,che grosso modo rivestivano la stessa funzione, con le diversificazione proprie delle civiltà che li espressero, è un edificio sacro deputato al culto di una divinità, nel nostro caso di una giovanissima Santa, Martire per libera elezione. Questo lascia intendere che un Santuario dovrebbe stare aperto alle visite e alla venerazione dei fedeli in orari opportuni. Ciò non avviene col nostro, sempre malinconicamente chiuso, a parte gli orari delle Messe. Un pò poco per la verità, tremendamente troppo poco.
La storia del martirio e della forza di S Reparata è comune all’incirca a tutte le Martiri poco più che giovanette di quell’epoca truculenta di persecutori e miti perseguitati. Quello che sorprende è la vicenda della Santa il cui corpo imbarcato su una nave dell’epoca, poco più grande di un barcarozzo approdò fortunosamente sulle coste del mare Etrusco, precisamente a Minturno. La figlia del Signore di Benevento tormentata da un male misterioso guarì per intercessione di Reparata e il Padre riconoscente ordinò che le venerate spoglie fossero traslate nella sua Città. L’uomo propone e Dio dispone, così inaspettatamente i buoi trainatori del carrozzone si impuntarono proprio dove sorge ora il Santuario e non ci fu verso di farli proseguire. In quel luogo fu eretto un Monastero benedettino femminile e la miracolata ne divenne la prima Badessa, seguita da numerosissime consorelle.
La venerazione per S. Reparata è antica. L’arco trionfale del duomo fu a Lei dedicato dal Vescovo Goffredo Galluccio. In cripta di S . Paride un frammento lapideo ne tesse le lodi in latino, il corpo è attualmente conservato religiosamente nella chiesa a Lei intitolata. Mons. Arturo sta facendo realizzare una magnifica statua lignea di S. Reparata, di vigoroso artigianato tirolese che sarà esposta in breve nel duomo. Esiste anche la versione maschile di questo nome: Reparatus come risulta da una lapide cristiana esposta in bella vista nel locale Museo. E’ venerata a Firenze dove una sua statua marmorea campeggia sulla facciata della cattedrale prima a Lei dedicata, i cui resti dissepolti si possono ancora ammirare grazie a un sobrio pavimento vitreo.
Se volessi continuare verrebbe fuori un "testamento". Mentre il mio intento è solo quello di commemorare alla buona la nostra Protettrice e ringraziare di cuore il Comitato tutto al femminile che da anni si prodiga degnamente per l’ottima riuscita di questa solennità. Incoraggiamo le fantastiche Signore, dando loro tutto il nostro supporto, la nostra stima, il nostro affetto, con buona pace dei "sonnacchiosi" Liguorini che al momento quasi niente fanno a tal proposito, perdendo una grande opportunità. " Una lunga e nobile processione di grandi anime rendono importante questa Città", sottolinea con stile fiorito il simpatico Padre Ciccio, suggellando in tal modo una sacrosanta verità.
A noi aprire gli occhi e il cuore.
Giulio De Monaco