Commuove questa giovanissima Santa, compatrona di Teano, che si offre a Dio in pienezza di fede e amore, ferma alle lusinghe di Decio, despota romano. Commuove ancora di più il pio racconto della sua breve vita. Narrato e illustrato in un aureo libro del Padre don Ciccio Santoli, redentorista bonario e ridanciano. La pubblicazione, penso sia esaurita. Occorrerebbe ristamparla con qualche aggiornamento.
Chi si offre? Intanto il Santuario dove riposano il sonno della pace le sue spoglie mortali racchiuse in una custodia, inserita in una riproduzione del suo corpo di Principessa, per lo più resta chiuso. Un santuario è il luogo deputato alla venerazione di una Santa, se no che razza di Santuario è. Al contrario di S. Paride che il Vescovo nell’ultima predica definì Santo tapino (povero, sconosciuto), Reparata gode di fama in molti Santuari italiani, perfino in Sardegna. C.Marchi in una sua divertente pubblicazione racconta un curioso episodio: protagonisti i Fiorentini, la cui cattedrale era intestata prima alla nosta Santa, le Benedettine del monastero di S. Reparata, il santo umorismo delle stesse. Avevano fatto richiesta i Fiorentini alle pie monache che custodivano e veneravano il corpo di Reparata, di un frammento. Le pie sorelle dopo un tira e molla durato qualche tempo si decisero a donare loro un braccio o qualcosa di simile. Grande fu lo scorno dei Toscani quando si accorsero di essere stati turlupinati con una imitazione in gesso.I volponi superati da vergini innocenti, che ridere.
Ora la Santa gode di una bella festa organizzate da giovani e dinamiche signore, che ogni anno, offrono un impeccabile spettacolo di stile e buon gusto. La Santa dal canto suo, come una bella addormentata riposa nel silenzio della sua piccola chiesa in attesa di maggiori dimostrazioni di amore e fede, basta solo che i baldi Liguorini tengano spalancata la porta ai fedeli e ne divulghino il culto con maggior foga.
Giulio De Monaco
Nella foto: Il comitato per i festeggiamenti alla Santa