Caro Direttore,
mi perdonerai se ricorro spesso a questa forma editoriale interlocutoria, ma mi consente, come se parlassi con un nostro qualsiasi lettore, di essere più chiaro ed empatico.
Ho apprezzato il tuo ultimo articolo sulla recente sentenza del Tar, ma, più che andare alla ricerca di difficili patologie della mente sul filo della psicologia fino alla più eclatante psichiatria, mi fermerei a considerare la sempre viva strafottenza delle maggioranze verso le minoranze. E posso farlo con cognizione di causa, appartenendo a quella generazione che ha lottato contro maggioranze bulgare, quando, prima dell’ultima riforma amministrativa, il rapporto per loro era di cinque contro uno e non, come oggi, di due contro uno: nel 1980 su trenta consiglieri 25 di maggioranza e 5 di minoranza. Eppure ci si difendeva con le unghie e con i denti.
Ma nella attuale vicenda mi sembra ci sia qualcosa di più grave. Vediamo.
Nella guascona mentalità del ‘6OO una delle infamie più gravi era il “mentire sapendo di mentire”. Ricorderai la famosa frase con la quale Don Rodrigo affronta Fra Cristoforo andato da lui a perorare la tranquillità di Lucia: “Toglimiti di tra i piedi, vile meccanico: tu menti sapendo di mentire!”.
E non era sbagliato, perché si può mentire anche riportando una menzogna di cui non si è a conoscenza che lo sia; ma farlo sapendo di star mentendo svela una premeditata malvagità indegna di un “uomo d’onore”.
V’è però di più grave nel comportamento di persone pubbliche con obblighi verso chi, votandolo, ha avuto fiducia in lui: lo “sbagliare sapendo di sbagliare”.
Proprio questo è avvenuto, ed ancora sta avvenendo, nella vicenda riportata dalla Consigliera Mignacco e sentenziata dettagliatamente, con condanna, dal TAR.
La D.essa Mignacco, infatti, nella seduta consiliare in cui si dovevano discutere ed approvare il rendiconto di gestione, il DUP, e il bilancio di previsione, faceva notare che non erano stati rispettati i tempi di convocazione dei Consiglieri né era stata fornita per tempo l’integrale documentazione a supporto della discussione e della determinazione, come previsto per legge anche dallo Statuto Comunale. La maggioranza fece splendide orecchie da mercante e la Mignacco sporse denuncia al TAR Campania nel giugno dello scorso anno. Il TAR qualche settimana fa ha accolto l’esposto ed annullato tutti i provvedimenti presi in quella seduta consiliare.
Tutto questo è costato al Comune, cioè a noi, 4.440,80 euro di parcella al nominato Avvocato difensore, più le spese del giudizio, e l’annullamento degli atti approvati!
Il certo è che a generare il tutto è stato proprio il principio di “sbagliare sapendo di sbagliare” dettato dalla protervia del tutto poter fare e dalla ignoranza o dalla voluta non-osservanza delle più elementari norme di democrazia amministrativa!
È certo meno grave il mentire sapendo di mentire, perché una menzogna può anche essere detta, la vita ci insegna, “a fin di bene”. Uno sbaglio no!
Proprio un bel quadretto. Ahinoi!
Claudio Gliottone