Prima o poi, capita a tutti di dover andare dal proprio medico. Occorre munirsi di santa pazienza, perché l’attesa sarà lunga e snervante. In questi casi, conviene organizzarsi per tempo, procurandosi una rivista, un’enigmistica, e perché no, magari, anche una colazione al sacco. Prim’ancora di uscire di casa, farete i vostri piani, ma arrivati nei pressi del medico e scorta la fila che c’é fuori, concluderete che dovrete dire addio si vostri progetti.
Entrare nello studio già affollato, e’ come andare a fare una radiografia, o meglio ancora una TAC completa, e/o talvolta, una vera e propria risonanza magnetica. Verrete esaminati e scrutati dalla punta dei piedi, fino a quella dei capelli, al punto che vi verrà voglia di chiedere alla "vicchiarella" che sta continuando ad analizzarvi: " ‘a No’, scusate come la vedete la milza? E` ancora ingrossata?".
Nel frattempo, mentre andrete a sedervi sull’unica sedia ancora libera, ad alta voce, chiederete educatamente:"SCUSATE CHI E’ L’ULTIMO?". La comare seduta di fianco a quella che vi ha fatto la radiografia, e che al vostro ingresso s’era un attimo "appoggiata", avrà un sussulto. Si sveglierà, butterà l’occhio per vedere se è il suo turno, quindi si riappisolerà. Sembra quasi che abbiate fatto una domanda da 100mila euro. Nell’immediato, nessuno risponderà. Non essendoci il computer, tantomeno l’aiuto da casa, dovrete per forza di cose contare sull’aiuto pubblico; per vostra (s)fortuna, la solita signora "ca nun ‘se fà mai ‘e cazz suje" inizierà a fare la cronaca degli arrivi, e dopo avervi elencato quello di ciascun presente, aggiungendo anche eventualmente la sua previsione della durata di ogni visita, coglierà l’occasione per "attaccare bottone con voi", e sempre secondo la sua logica vi chiederà: "ma voi che dovete fare ?". Garbatamente, risponderete che non ne avrete per molto, ma è evidente che avreste preferito mandarla a quel paese per quella sua invadenza.
Lo studio è pieno ed affollato. Anziani, giovani, mamme e bambini. Tutti, in un unica stanza, dove è molto facile prendersi un raffreddore o un’influenza, in barba alle più elementari norme d’igiene. Quando sta per arrivare il vostro turno, ecco che sull’uscio dello studio due informatori scientifici faranno la loro comparsa. Il brusio di fondo salirà, e non tutti i commenti saranno a loro favore. Fortunatamente però, tocca e voi. Il tempo di entrare, scambiare quattro chiacchiere con il dottore, che nel frattempo vi ha preparato la ricetta per le medicine della nonna. Uscite, e salutate affabilmente i presenti.
Lei, la ficcanaso, vi chiederà incuriosita"giuvinò, già avete fatto? E che siete entrato a fare ?". Accennerete un timido sorriso, guadagnando l’uscita, ma il vostro silenzio sarà inutile. Lo sguardo parlerà più di ogni altra cosa, e come nei migliori cartoni animati, la nuvoletta del vostro pensiero sarà ben visibile a tutti: "a Nò, ma pecchè nun te faje ‘nu poco ‘e ca’ tuje?"
Luciano Passariello