Giorni fa si è tenuta, a Sessa, la “presentazione al pubblico” del progetto per la costruzione del nuovo Ospedale a Carano di Sessa, alla esimia presenza di tutti i Sindaci del territorio, facilmente identificabili dalla fascia tricolore, e del Presidente della Regione, Vincenzo de Luca, e del Presidente del Consiglio Regionale, Gennaro Oliviero; gran bella cerimonia che ha fatto subito venire alla mia mente bacata la “presentazione al tempio” del povero Gesù Cristo, lontana anni luce da ogni effimera grandiosità. Eppure era il figlio di Dio, non so se mi spiego.
Ovviamente tra i tanti Sindaci c’era anche il nostro, Avv. Scoglio, il quale, pur se presente, cercava di esporsi il meno possibile alle riprese cinematografiche osannanti all’evento.
La cosa, nel suo complesso, faceva subito nascere una domanda: la presenza di tanti massimi rappresentanti locali era avvenuta per “gentile invito” come quelli, per intenderci, che ricevevano tutti i gerarchi e gran parte del pubblico quando il Duce parlava dal balcone di Piazza Venezia, o nasceva da un convinto atto di spontaneità e di omaggio per i due presidenti? Escludo comunque a priori che, in ogni caso, essa potesse essere generata dalla importanza strategico-amministrativa del progetto.
Fatta la premessa non mi resta che riportare, con il suo permesso, parte di un articolo del nostro Direttore Pasquale Di Benedetto pubblicato il 1° novembre 2020, ben venti giorni prima che si tenessero le ultime elezioni regionali.
“Una volta(…come nelle favole) il Ministro Rosy Bindi (omissis) emanò un decreto che prevedeva la soppressione di tutti quegli ospedali che non avessero almeno 120 posti letto ed almeno un tasso di utilizzo al di sopra del 75%. In virtù di ciò furono soppressi gli ospedali di Roccaromana, Teano e Capua desertificando un intero territorio. Unico baluardo rimase l’insufficiente ospedale di Sessa Aurunca. Oggi (n.d.r.: Di Benedetto scrive il 1/9/20; De luca sarà rieletto il 20 dello stesso mese) si scopre che anche quest’ultimo risulta assolutamente inadeguato ed inefficace sotto tutti i punti di vista: Addirittura si prevedono 60 milioni di euro per la ipotetica realizzazione di uno nuovo!”
La Regione aveva però già molti anni prima, su iniziativa dell’on. Benedetto Lombardi, ipotizzato la creazione di un nuovo ospedale per Teano in località Taverna Zarone/Borgonuovo sulla via Casilina e l’allora Sindaco Picierno aveva attivato le opere di urbanizzazione impegnando ben 800 mila euro; ma la cosa non piacque al Presidente Regionale di allora (Antonio Bassolino 2000/2010) e non se ne fece niente.
Oggi, Sindaco Scoglio, veniamo a celebrare il parto di un progetto per un nuovo ospedale a Sessa Aurunca, in una località di difficile e lontano accesso per tutti i paesi insistenti sull’asse viario della Casilina i quali risultano molto distanti anche da ogni altro ospedale in zona (da Cassino a Caserta o Piedimonte Matese).
Ci restano allora da chiarire due sole cose: la prima, i comportamenti di tutti i personaggi citati ed appartenenti alla stessa area politica, la tua, agiscono veramente secondo dettami di pubblica utilità o per attaccamento al proprio territorio alla faccia di ogni significativa evidenza. Ma parleremo di questo e della presenza di altri centri di assistenza da Minturno a Castelvolturno esistenti invece sull’asse viario Domiziano in un successivo articolo.
La seconda, data la realtà ostativa contro il nostro paese già abbondantemente dimostrata, e la possibilità molto evidente che gli illustri personaggi di cui sopra abbiano agito solo per attaccamento politico al proprio territorio e non per pubblica e generale utilità, non sarebbe stato meglio se il nostro Sindaco il giorno della presentazione di quel progetto ospedaliero se ne fosse rimasto beatamente a casa?
Avrebbe dato un grande e dignitoso segnale di non allineamento a comportamenti poco eclatanti e comunque totalmente estranei alla nostra identità territoriale.
Una dignitosa e motivata assenza spesso la dice molto più lunga di una presenza accondiscendente: lo dice sia a chi ci invita, sia, soprattutto a chi andiamo a rappresentare. Per questi ultimi, bistrattati da decenni proprio da loro e dai loro accoliti, un segnale di piccolo riscatto.
È solo una domanda nata da un punto di vista di molti. Non pretendiamo risposta, auspicandoci che la nostra domanda serva per futuri comportamenti. Di costruttivo dissenso, naturalmente.
Claudio Gliottone