Lo scorso venerdì, nella splendida cornice della terrazza del loggione, abbiamo avuto il piacere di partecipare ad una serata di studi, egregiamente organizzata dalla ProLoco Teano Sidicinum. Si è appreso che, talvolta, la storia e gli uomini che l’hanno fatta, vengono volutamente cancellati. In questo modo, di quella storia e di quegli uomini se ne perderà per sempre anche il ricordo. Ma il punto che vogliamo sottolineare, e che ci ha fornito uno spunto per riflettere, è stata la conclusione della serata: grazie all’amore che Angelo Sirignano, presidente dell’Ascomart locale, nutre per la propria città, si è potuto "rimirar le stelle" e comprendere che siamo immensamente piccoli nell’universo. Quanti, chiudendo un occhio e spalancando l’altro, hanno guardato attraverso l’obiettivo del telescopio astronomico, sistemato su quella terrazza, il pianeta Saturno, avranno sicuramente provato la sensazione di sentirsi come una goccia in mezzo al mare. Si, avete letto bene: con un telescopio professionale, i presenti hanno potuto ammirare il pianeta più affascinante del sistema solare, che con il suo classico anello gassoso, ben visibile, ha letteralmente stregato i presenti.
Commentando la serata con il presidente della Proloco Teano Sidicinum – Antonio De Simone – si concordava che, effettivamente, siamo immensamente piccoli. Praticamente nessuno, al cospetto del cosmo stellare. Viviamo sempre di corsa, alla ricerca di che cosa, non ci e’ dato sapere. Presi da questo senso frenetico di correre, quasi non ci fermiamo mai ad osservare ciò che ci circonda. Ci rendiamo conto che la vita é breve, estremamente breve, solo quando è lei stessa a ricordarcelo. Ed allora, sono pochi quelli che riescono a mantenere la lucidità necessaria per affrontare quelle sfide, che appunto la vita, quasi beffandoci, lancia. Altri, invece, cadono nell`oblio della solitudine, finendo in un mondo parallelo, al punto tale che la distanza di saturno dalla terra appare una passeggiata. Ci chiediamo quanti siano disponibili a schiacciare il pulsante della fermata facoltativa e scendere. Quanti, accecati da falsi miti, siano disposti a guardarsi dentro e fare qualche passo indietro?
Abbiamo avuto modo di constatare che nelle serate successive, intere famiglie con al seguito bambini, si sono recate nei pressi del loggione, con l’intento di guardare nell’obiettivo di quel telescopio puntato verso il cielo. La delusione sui loro volti, ma principalmente su quella dei più piccini, nell’apprendere che "il rimirar le stelle" non era più possibile, ci ha fatto capire che quando si organizzano eventi di qualità, il riscontro diventa tangibile e sotto gli occhi di tutti. Con animo sereno, consapevoli di aver fatto la scelta giusta di partecipare a quella serata e di aver fatto bene ad incoraggiare gli organizzatori e sostenitori a ripetere eventi del genere, una nota a nostro avviso stonata, ci ha profondamente prima addolorato, poi infastidito: quel continuare a denigrare in tutti i modi, in tutti i luoghi ed in ogni occasione la comunità teanese, sorda ed appiattita a parere di qualcuno. Non accettiamo che venga fatta di tutta l’erba un fascio, principalmente nel rispetto di quanti si adoperano da tempo, per migliorare le condizioni di vita di noi tutti. Pur appartenendo alla categoria degli "internauti" (navigatori della rete internet), concordiamo che quei "salotti virtuali", su cui si è puntato il dito, non favoriscono la socializzazione. Ma i tempi cambiano e ci si deve adeguare, come per ogni cosa, cogliendo i lati positivi.
Coscienti che queste righe resteranno inascoltate alle orecchie di chi, invece, probabilmente, dovrebbe schiacciare quel famoso pulsante e scendere (magari tra la gente), ci piace ricordare che Giovanni De Guevara, già Vescovo di Teano, richiese all’uomo di scienza Galileo Galilei in prestito due lenti per un telescopio, da utilizzare dalle finestre delle stanze del suo palazzo, forse appunto per "rimirar le stelle". Da umili mortali, riteniamo non sia il caso importunare alcun uomo di scienza, ma sarebbe auspicabile che da quelle stesse finestre, e non solo, quel telescopio non venga puntato solo verso il cielo, ma semplicemente verso il proprio cuore, provando ad amare, almeno per una volta, quanti ti sono di fianco e sono pronti a camminare con te. Solo così, da "immensamente piccoli" come gocce nel mare, diventeremo ciascuno prima e tutti insieme poi, gocce più grandi. Quelle stesse gocce, che faranno traboccare il vaso, per un futuro migliore nostro e dei nostri figli.
Luciano Passariello