Rimangono stazionarie le condizioni del quarantacinquenne Carlo Mancini, abitante con la famiglia nella contrada Consolata di Teano, che ieri, verso le ore 12, durante una operazione di manutenzione ordinaria che stava effettuando insieme ad un collega, all’impianto di lavaggio delle bottiglie dello stabilimento Ferrarelle di Riardo, è stato investito da una nuvola di vapore aqueo ad altissima temperatura che gli ha procurato ustioni sul sessanta percento della superficie corporea.
Il pronto intervento del 118 ha consentito un rapido ricovero presso la struttura ospedaliera di Piedimonte Matese dove però hanno richiesto l’immediato intervento di un elicottero del pronto soccorso che ha provveduto a trasportare il ferito presso l’ospedale Sant’Egidio di Roma, specializzato per le grandi ustioni.
Il collega di lavoro, fortunatamente, è stato solo sfiorato dalla nuvola di vapore e se la caverà con qualche giorno di convalescenza.
La vicenda, come è di prassi, è stata presto segnalata agli organi di vigilanza dell’Asl di Caserta che, attraverso la struttura ispettiva, ha effettuato il primo sopraluogo riservandosi di rapportare sulle reali cause che hanno provocato l’incidente.
Presso l’azienda Ferrarelle è in vigore un severo protocollo per la sicurezza degli operai e degli impianti e per questo che la dirigenza e gli stessi addetti alla sicurezza, non riescono a spiegarsi come e perché sia successo l’incidente. Intanto la dirigenza dell’azienda, oltre a mettere a disposizione del servizio ispettivo dell’Azienda Sanitaria Provinciale, ogni informazione utile per la ricostruzione dell’incidente, si sta preoccupando, in queste ore, di seguire da vicino le condizioni del Mancini attraverso la visita, presso l’Ospedale romano, del Responsabile delle Risorse Umane dell’Azienda, che ha voluto così testimoniare la vicinanza con i familiari dell’infortunato e la disponibilità dell’azienda a fornire ogni assistenza necessaria per la piena ripresa del loro dipendente.
Disorientamento e dolore tra i colleghi di lavoro di Mancini ma anche la speranza che presto i medici sciolgano ogni riserva sullo stato di salute del collega e che presto lo possano rivedere al lavoro nell’azienda presso la quale Carlo ha prestato con solerzia e impegno la propria attività.
Severino Cipullo