Alle ore 11,00 di questa mattina, mentre davamo le ultime notizie sull’attività di ricerca del povero Enrico De Fusco, ci è giunta la notizia del ritrovamento del cadavere, in località Valdassano, sulla strada detta Tagliafuoco che da Valdassano porta a Calvi Risorta.
Una strada interna, sterrata e ricoperta di brecciolino. Una strada molto ripida che attraversa una boscaglia, dai fusti non alti ma abbastanza fitta. Sulla strada che da Valdassano raggiunge Riardo, sulla destra c’è un campo di Calcetto di proprietà del Comune di Rocchetta. La strada Tagliafuoco comincia a salire proprio da lì e sale con piccoli tornanti fino ad un certo punto che fa rilevare una pendenza di quasi il 13%. E’ li che, dopo un paio di chilometri di strada sterrata, salendo sulla destra, si scorge appena un piccolo vuoto di vegetazione. Non ci sono evidenti tracce che abbiano potuto insospettire alcuni che quella strada, proprio per trovare Enrico, avevano già percorso il giorno prima. Guardando con attenzione, dal ciglio della strada, si scorge in fondo al piccolo burrone, profondo non più di 20 metri, la Fiat 500 con sul cofano il corpo di Enrico, riverso con la faccia in giù. Chi ha potuto raggiungerlo, ha subito notato una lunghissima e profonda ferita che gli ha attraversato tutto il cranio: la probabile causa di morte.
La ricostruzione, quella più attendibile, è la versione fornita dal comandante la stazione dei carabinieri di Teano, Maresciallo Augusto Proietti che da due giorni con i suoi uomini, ha scandagliato ogni angolo del perimetro Torricelle, Autostrada, Valdassano. E sono stati proprio i carabinieri che hanno consentito il ritrovamento del povero Enrico “il barone”. Utilizzando, come abbiamo abbondantemente anticipato nei nostri articoli, sofisticate apparecchiature elettroniche, si sono fatti guidare dal segnale del cellulare della povera vittima. Le indicazioni portavano verso la zona di Torricelle- Valdassano e questa zona da ieri è stata battuta dagli uomini dell’arma, poi il buio ha costretto ad interrompere le ricerche che sono ricominciate questa mattina. Era stata organizzata anche una perlustrazione con un elicottero ma, da quello che si è visto, molto probabilmente l’elicottero non avrebbe potuto scoprire niente perché la macchina era assolutamente occultata dalla boscaglia.
Questa mattina invece, gli uomini dell’arma, coordinati dal maresciallo Proietti, coadiuvato dai colleghi del reparto operativo di Caserta, maresciallo Papale e dal brigadiere Fumante, dopo aver imboccata la strada sterrata, hanno cominciato a sentire più chiaro il segnale del cellulare e guidati da questo, sono giunti sul posto.
Qui, osservando anche le tracce sul pietrisco, è stato facile dare una prima ricostruzione dei fatti che potrebbero essere andati così: Enrico stava percorrendo con la sua auto la strada verso la sommità ma, evidentemente la macchina non lanciata bene, si è fermata ed ha cominciato a scivolare all’indietro sul brecciolino. Enrico avrà cercato di fare qualche manovra per raddrizzarla ma ormai la macchina era senza possibilità di controllo ed allora, in un disperato tentativo di lanciarsi dall’auto prima di finire nel burrone Enrico, avrebbe aperto lo sportello per lanciarsi giù, ma ormai era troppo tardi ed è precipitato giù insieme alla macchina che, probabilmente, nell’urto finale lo ha sbattuto fuori ed è qui che avrà colpito lo sportello con la testa. Questo giustificherebbe il lungo taglio al cranio riportato nella caduta.
Nella scarpata sono stati rinvenuti i documenti personali ed una busta contenente sei cornetti. Sul posto, oltre ai Carabinieri, sono intervenuti gli uomini della scientifica, i Vigili del Fuoco ed i volontari della Protezione Civile di Teano. La salma è stata prelevata dal burrone con una complessa operazione e trasportata immediatamente a Caserta presso la Medicina Legale, dove sarà effettuata l’autopsia, forse già domani nelle prime ore della mattinata e riconsegnata subito dopo ai familiari per le onoranze funebri.
I se e i ma, formulati sul posto dalle persone intervenute, sono stati tanti, l’unica cosa certa è che si tratta di una vera e propria disgrazia. Ogni altra considerazione potrebbe solo essere fuori posto e, cessato il diritto di cronaca, deve prevalere ormai il rispetto e la condivisione del dolore della moglie, della madre, dei fratelli e di quanti lo hanno amato e conosciuto.
Antonio Guttoriello