Caro direttore, Caro Pasquale,
in memoria della vecchia amicizia
mi preme sottoporre alla tua attenzione una vicenda che, pur essendo nella sua essenza grave e drammatica, assume, man mano che passa il tempo, i toni del grottesco e dell’ inverosimile. Farebbe ridere se non facesse piangere! Consapevole di vivere in una società “al contrario”, in un’ epoca dove la parola d’ordine è “resilienza”, e dove l’assuefazione dei cittadini alla negazione dei primari diritti sociali è prassi ormai consolidata, ti rivolgo alcune riflessioni.
Nella fattispecie, mi riferisco alla vicenda della frequente interruzione dell’ erogazione dell’acqua nelle abitazioni di tutto il centro storico e di altre zone ad esso immediatamente limitrofe, come quella parte di Viale Italia dove ho la (s)fortuna di abitare. Da quando dimoro nel capoluogo sidicino,
con cadenza mensile, con qualunque condizione climatica e senza preavviso, improvvisamente capita che dai rubinetti domestici non sgorghi più il prezioso composto chimico. E, soprattutto con le temperature estive “africane”, la mancanza dell’acqua genera disagi ingestibili, oltre che ansia e malcontento. Chi di dovere, per giustificare tali gravi disservizi, riconduce sempre tutto al danneggiamento delle pompe di sollevamento e/o al deterioramento dei marchingegni ad esse collegate. E allora, cosa fare? Ci si arma di tanta pazienza e, per sapere quando la normale erogazione verrà ripristinata, si chiedono informazioni agli agenti della Polizia Municipale, i quali, il più delle volte, e con tutta la buona volontà, non sanno cosa rispondere. Allora ci si catapulta nella piazza virtuale di Facebook, sicuri di avere aggiornamenti in tempo reale da parte di chi “amministra” l’ente. Ci si trova, quindi, di fronte a dichiarazioni del tipo: “stiamo provvedendo alla risoluzione del problema”, ” i tecnici sono all’ opera”, “la ditta, prontamente intervenuta, ha risolto il guasto”; ma leggiamo anche, udite udite, le seguenti esternazioni: ” Ci battiamo sin dal primo giorno, per la risoluzione di questa piaga decennale e dopo il silenzio assordante degli organi sovraordinati che dovrebbero aiutarci. Negli ultimi mesi abbiamo intensificato le interlocuzioni con la regione per intervenire almeno sulle criticità più gravi su tutto il territorio comunale.” A questo punto bisogna ammettere che la logica e le basilari nozioni del diritto amministrativo vanno a farsi benedire per lasciare il posto ai seguenti interrogativi:
1) Ma i nostri amministratori per cosa vengono pagati? Per amministrare e gestire i problemi e le criticità attinenti la cosa pubblica o per altri compiti?
2) Pur avendo ereditato una situazione finanziaria compromessa e pur non avendo colpa alcuna relativamente alla sussistenza della suddetta odierna criticità, perché la giunta non provvede, nell’ottica della necessaria progettualità e programmazione, a farsi carico e ad affrontare un gravissimo problema che interessa non solo Teano capoluogo ma anche le frazioni del comune sidicino?3) la realizzazione/manutenzione/ gestione della rete idrica è di competenza anche degli “organi sovraordinati”?
4) Di fronte a tale grave disservizio, sono giustificabili gli altissimi rincari delle bollette dell’ acqua?
Ancora, è da sottolineare come non sono minimamente tollerate, da parte di chi amministra, le giuste lamentele e le sacrosante rimostranze proferite dai poveri cittadini che, oltre al danno, devono sentirsi rispondere, con toni “ distaccati” , che ” non ci sono soldi” , che “ il comune versa in gravi condizioni”, che “la situazione dipende dalla rete idrica che è un colabrodo ma è una situazione comune a tutto il territorio nazionale” , che “le responsabilità sono di coloro che sono venuti prima”, etc………Pur appellandomi con tutte le mie forze al raziocinio e alla buona fede, non riesco a concepire il pronunciamento di tutte le suddette assurdità. Anche perché, quando si tratta di esibire le proprie persone presso le fiere campionarie, presso i festival dell’ Unità d’ Italia, presso le processioni religiose, e presso tutte quelle altre manifestazioni/feste/sagre/e similari, ci si dimentica che a molti privilegiati cittadini non viene garantita la normale erogazione dell’acqua. Ma tanto, in alternativa c’è la birra a conciliare gli animi di tutti e a sostituire “degnamente” l’acqua. Questo perché l’ acqua non aggrega, l’acqua ci ricorda che siamo fatti di lei. L’acqua ha una coscienza primordiale che ci impone di pensare. La birra no, la birra ci ricorda di altro, di quello che possiamo essere! Cives sine identitate. La birra, pertanto, viene celebrata in estate, per non farci sentire la mancanza dell’ acqua, con un genetliaco ad hoc, perchè nettare politicamente corretto, democratico, ingrediente base di ogni baccanale contemporaneo. Nel passato, accanto all’ acqua vi era il vino. L’ acqua annacquava il vino. Oggi l’acqua non annacqua la birra. Viva la birra. Sola e assoluta. Ma questa è un’ altra storia.
Ritornando a noi, mi domando sempre una cosa:
ma lo sanno gli illustri cittadini originari di Teano, ormai residenti in terra straniera, come prefetti, magistrati e altri che, se abitassero a Teano, nelle frazioni o nel centro storico, tornando dal lavoro non potrebbero farsi la doccia? Lo sanno che i giovani leoncini, abituati alle foreste, trovano deprecabile che ci si lamenti per la mancanza dell’acqua? Tanto ci sono i serbatoi! E come consiglia chi di dovere : “ Mettiti il serbatoio è risolvi il problema dell’ acqua” . Anche se, per difficoltà logistiche, non tutti riescono nella provvidenziale impresa.
Ci sarebbero altre riflessioni da fare, caro Pasquale, ma non voglio approfittare della tua pazienza. Pertanto, consapevole di aver rischiato di diventare anche io (e forse lo sono diventata!) una “millantatrice di professione” (ne andrei fiera!!!!!), ti ringrazio per avermi ascoltata. Con la stima e l’affetto di sempre
Aurora Vernoni