ROMA – I quattro militari italiani uccisi oggi in Afghanistan sarebbero stati vittime di una imboscata al ritorno di una missione mentre si trovavano nella valle del Gulistan nella provincia di Farah. Ci sarebbe stato sia un attacco con colpi di arma da fuoco,sia l’esplosione di un ordigno. Sarebbero gravi le condizioni del militare italiano ferito nell’attentato di oggi in Afghanistan in cui sono morti quattro suoi commilitoni. Il militare avrebbe riportato numerosi traumi di vario genere; è stato "immediatamente evacuato con elicotteri di Isaf", la missione della Nato, spiegano al comando del contingente e portato nella base di Delaram. Potrebbe pero’ essere trasferito nell’ospedale americano di Farah
Le quattro vittime erano a bordo del Lince, in servizio di scorta a un convoglio di 70 camion civili. Gli automezzi rientravano verso ovest dopo aver trasportato materiali per l’allestimento della base operativa avanzata di Gulistan, denominata Ice. L’attentato e’ avvenuto a circa 200 chilometri a est di Farah, al confine con l’Helmand. Si tratta di uno dei tre distretti di cui solo di recente e’ stata affidata la responsabilita’ ai militari italiani.
Sono tutti alpini i quattro militari italiani uccisi oggi in Afghanistan, così come il ferito. Il reparto dei cinque, secondo quanto si è appreso, si trovava già da mesi in Afghanistan ed è prossimo al rientro in Italia.
LE VITTIME
Sebastiano Ville era originario di Francofonte, paese del Siracusano; Marco Pedone, di 23 anni, caporalmaggiore di Patu’, un comune del basso Salento dove abitava in via Silvio Pellico; Gianmarco Manca, caporalmaggiore, di 32 anni, di Alghero (Sassari). Il ferito e’ Michele Miccoli, di 28 anni, di Aradeo (Lecce), residente a Belluno
ORDIGNO POTENTISSIMO, IL BLINDATO E’ DISTRUTTO – Sarebbe stato un potentissimo ‘Ied’, un ordigno esplosivo improvvisato, a provocare la morte dei quattro militari italiani in Afghanistan. L’ordigno, rudimentale ma potentissimo, avrebbe investito in pieno un blindato ‘Lince’, che questa volta – a differenza di molte altre – non ha retto all’urto. Il mezzo, sul quale sembra viaggiassero tutti e quattro i militari uccisi e il ferito, è andato distrutto. All’esplosione sarebbero anche seguiti colpi di arma da fuoco.
COMANDO ITALIANO, ESPLOSIONE E SCONTRO A FUOCO INSORTI MESSI IN FUGAROMA – Una esplosione alla quale è seguito uno scontro a fuoco durante il quale i militari italiani hanno "messo in fuga gli aggressori": è la prima ricostruzione dell’attentato di oggi in Afghanistan, secondo il comando del contingente italiano ad Herat.
LA RUSSA, CONVOGLIO GIA’ ATTACCATO IERIMILANO – Il convoglio di 70 mezzi, di cui faceva parte il Lince oggetto di un attacco oggi in Afghanistan che e’ costato la vita a quattro militari italiani e il ferimento grave ad un quinto, ”era gia’ stato attaccato con armi leggere nella giornata di ieri” quando era stato colpito un mezzo pero’ statunitense. Lo ha detto nel corso di una conferenza stampa il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. Il Lince dell’Esercito italiano, che si trovava al centro di un convoglio per il trasporto di elementi logistici, e’ stato colpito ”a 200 chilometri ad est della citta’ di Farah, nella zona sud ai confini della zona di competenza dei militari americani e inglesi”.
NAPOLITANO, INTERPRETE CORDOGLIO PAESE. PROFONDA COMMOZIONE PER UCCISIONE MILITARI ITALIANI
ROMA – Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ”appresa con profonda commozione la notizia del gravissimo attentato in cui hanno perso la vita quattro militari italiani impegnati nella missione internazionale per la pace e la stabilità in Afghanistan – rendendosi interprete del profondo cordoglio del Paese – esprime i suoi sentimenti di solidale partecipazione al dolore dei famigliari dei caduti”. Lo rende noto il Quirinale in un comunicato.