Parliamo prima dei politici corretti. Andiamo un po’ lontano nel tempo.
Nel 58 a.C. dopo aver sconfitto gli Equi, il dittatore Lucio Quinzio Cincinnato rinunciò agli onori e alla sua autorità assoluta e tornò ai suoi quattro acri di terra che coltivava con le proprie mani. E fu già la seconda volta che dopo aver servito la “Res Publica”, lo “Stato”, Cincinnato si ritirò a vita privata povero, senza un grammo di ricchezza. Gli Stati Uniti hanno dedicato a questo grande generale romano una grande città chiamandola appunto Cincinnati, la prima città dello Stato dell’Ohio. In Italia chi si ritira povero dopo aver servito lo Stato per tanti anni è considerato un fesso.
Andiamo avanti, arriviamo all’anno 167 d.C.. Marco Aurelio, Imperatore romano dovette affrontare l’ennesimo assalto all’Impero da parte delle popolazioni barbariche. Per poter rafforzare l’esercito tenne una vendita pubblica dei propri oggetti personali presso il Foro traiano (calici d’oro, gioielli, vestiti di seta anche della moglie), piuttosto che imporre nuove tasse alla popolazione. Oggi siamo pieni di nuove tasse, ma non vediamo mai i politici dimezzarsi gli stipendi o le pensioni o anche rifiutare le liquidazioni d’oro. Uno per tutti l’ex Presidente Ciampi. In tutta la sua vita ha incassato più di 40 milioni di euro di liquidazione (80 miliardi delle vecchie lire); oltre a lauti stipendi. È stato governatore della Banca d’Italia, Presidente del Consiglio dei Ministri e Presidente della Repubblica Italiana. Adesso a 93 anni è Senatore a vita, altri soldi che vergogna. Secondo voi è stato un buon politico? Un uomo onesto?
Non lontano nel tempo, siamo al 28 Giugno 1946, l’assemblea costituente elegge come capo provvisorio dello Stato Italiano l’avvocato napoletano Enrico De Nicola che su 504 votanti ottenne 396 voti. Al Presidente viene assegnato un appannaggio annuo di 11 milioni, (che nel 1946 erano una somma enorme), da galantuomo qual era Enrico De Nicola non incassò mai. Voi direte altri tempi, altri uomini.
Andiamo nell’anno 2012 d.C., parliamo di pochi mesi fa. Nel Parlamento italiano, indagati a parte, sedevano, 57 condannati. Nessuno è stato arrestato. Tra i reati: corruzione, associazione a delinquere, concussione, peculato. Non si contano gli indagati tra i politici di regioni (Lombardia fra tutte, etc. ) province e comuni. Fa ancora discutere una legge anticorruzione che non risolverà il problema, poiché un provvedimento dall’alto non può rimpiazzare l’assenza di moralità di chi dovrebbe essere al servizio dei cittadini. Ma vista l’impunità di molti, si potrebbe ipotizzare, più che un vitalizio, una regalia da parte dello Stato di quattro acri di terra a ciascun condannato, togliergli ogni privilegio, ogni proprietà acquisita durante il loro mandato fino alla terza generazione. Imparerebbero a lavorare la terra per sostenersi e non peserebbero più sui cittadini. Chiediamo troppo, ma certamente sarà un vantaggio per tutti. Lasciatemi aprire una parentesi. Nel 1972 Spiro Agnew (1928-1996), vice-presidente americano (sotto l’amministrazione Nixon) incassò una tangente sulla costruzione di un’autostrada nel New Jersey, fu condannato, dovette dimettersi e sparì dalla scena politica per sempre. Nessuno si ricordò più di lui. Due anni dopo nel 1974 toccò al Presidente Richard Nixon (1913-1994) dimettersi con disonore per lo scandalo “Watergate” (intercettazione abusive nel documenti nella sede del partito democratico). Anche per lui fu la fine politica, fu graziato dal carcere dal Presidente Ford.
Vedremo mai queste cose in Italia? In Italia non accadranno mai. Ce lo possiamo solo sognare. Con quale stato d’animo gli italiani andranno a votare? Vi ricordate il film “Il Gattopardo”? e la celebre frase “tutto cambia, affinché tutto resti come prima”.