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La Giornata internazionale per la donna, meglio conosciuta come “festa della donna”, com’è noto, si è tenuta per la prima volta negli Stati Uniti l’8 marzo del 1909 e si celebra in Italia dal 1922.
A Teano, non sappiamo quando e in che modo si sia iniziato a commemorare questa data, ma è certo e documentato che in realtà, i valori e il vero senso di questa ricorrenza, erano già ben concretamente rappresentati, molto prima, dall’opera di Angelina Lonardo.
Angelina Lonardo era nata a Caianello il 4 settembre del 1860, da una ricca ed importante famiglia di Aorivola trasferitasi a Teano alla fine dell’800.
Pur avendo ben quattro fratelli, la sua famiglia si è estinta negli anni ’50. Sua sorella Filomena era coniugata con Luigi Iannaccone ed il fratello Gaetano con Emilia Tibaldi. Carmine e Giuseppe, il primo notaio ed il secondo avvocato, entrambi non sposati, erano importanti esponenti del Partito Liberale e rivestirono varie cariche politiche di rilievo: Giuseppe fu deputato per tre legislature e Carmine sindaco di Teano fino al 1913.
Angelina, nonostante la dichiarata anticlericalità dei fratelli in quanto liberali, era una religiosa di quelle che all’epoca si definivano “suore di casa” ed indossava quindi regolarmente la tonaca anche se svolgeva le sue attività in piena indipendenza dalla Chiesa.
Fu una straordinaria, illuminata e generosa imprenditrice. Impegnò infatti le sue risorse patrimoniali per realizzare straordinari progetti che miravano al sostegno delle famiglie disagiate ed, in particolar modo, delle donne.
Nel 1889, dopo aver acquistato all’estero innovativi macchinari tessili, fondò a Teano una casa di lavoro all’avanguardia, con il preciso intento di offrire una meritata indipendenza economica alle operaie. Predispose infatti, per queste, dei libretti postali individuali sui quali venivano regolarmente versati e suddivisi gli importi degli utili di impresa nella proporzione di un quarto, mentre la restante parte era utilizzata per la gestione.
Sorgendo così l’esigenza di accudire i figli delle operaie, fondò l’asilo infantile ed un piccolo orfanatrofio in Largo San Benedetto, offrendo assistenza ai poveri e garantendo loro anche l’istruzione della scuola primaria oltre a predisporre per il futuro un posto di lavoro, almeno alle donne.
Il suo senso di solidarietà andava anche oltre la morale dell’epoca, accoglieva ed assisteva persino le ragazze madri, donne ovviamente emarginate e condannate da una società che non riconosceva loro alcun rispetto né considerazione.
Tutti i suoi progetti miravano quindi, ad offrire alle donne, ciò di cui forse avevano più bisogno e che più era negato loro all’epoca: la dignità.
Nel suo testamento del 1935 stabilì di destinare al servizio dei “veri poveri” della città una cospicua parte del suo patrimonio immobiliare, affidandola alla Confidenza Castallo e disponendo che il Vescovo pro tempore indicasse le suore religiose che avrebbero seguito la gestione dell’asilo infantile e dell’orfanatrofio. Nel suggestivo atto indicò, tra l’altro, delle precise prescrizioni sui proventi della propria impresa e garantì, in forza dell’ingente valore di ciò che lasciava, l’istruzione ed il posto di lavoro alle orfane di padre e di madre.
Morì il 2 agosto del 1943, lasciando in piena attività la casa di lavoro, l’asilo infantile con annesso orfanatrofio ed un secondo asilo infantile in San Marco di Teano.
Oggi, purtroppo, della sua lodevolissima opera è rimasto ben poco. La casa di lavoro fu chiusa forse a causa della guerra. L’asilo di San Benedetto ha funzionato invece fino alla fine degli anni ’90, ma, gli attuali costi di gestione e di ristrutturazione degli immobili non consentono, almeno per il momento, alla proprietaria Confidenza Castallo di restituire decoro a quell’ormai fatiscente stabile.
Tuttavia, se appare lontana la ristrutturazione dello stabile, l’annesso giardino sta per essere risistemato e diverrà a breve un parco giochi per bambini ed un’area verde aperta al pubblico.
Così la città di Teano, fruendo di quello splendido spazio in pieno centro storico, avrà ancora oggi, e si spera per sempre, modo di rendere onore a questa straordinaria donna che forse, più di chiunque altra, merita di essere ricordata in occasione dell’8 marzo.
Gerardo Zarone