Il film ha come sfondo l’incantevole paesaggio delle Alpi francesi al confine con la Svizzera ed è ambientato nel periodo della Seconda Guerra Mondiale durante l’occupazione tedesca della Francia.
Ed è qui che tutta la vicenda si svolge, con magnifiche immagini che scorrono su pendii scoscesi, strapiombi vertiginosi, limpidi ruscelli e prati incontaminati e il lento ma regale volteggiare delle aquile il cui stridìo echeggia sulle toccanti melodie francesi il cui ritmo lento, dolce e armonioso tiene sospesa la nostra anima in una ipnotica danza, che dona un’immensa pace e tiene gli sguardi rapiti allo schermo.
Il personaggio principale è un bambino di sette anni, orfano, di nome Sebastien, che viene accudito da un vecchio che gli fa da nonno. Nel villaggio in cui vive, stanno dando la caccia ad una “bestia” che saccheggia le greggi dei pastori, ma in realtà è un cane, un pastore dei Pirenei, non più fedele all’uomo che lo aveva tenuto imprigionato ad una catena e lo picchiava crudelmente.
Ora libero, si aggira per quei paesaggi incontaminati per sfuggire agli uomini di cui non si fida più. Sebastien è convinto che la grossa cagna selvaggia, sporca e maleodorante non sia affatto una belva feroce e che il dolore provato dalla cagna possa essere sanato solo dall’amore che lui può infonderle. Nasce così, un’amicizia straordinaria, che li unisce prendendosi cura l’una dell’altro e condividendo la gioia delle escursioni in alta quota lassù dove la cagna è libera.
Intanto nel villaggio si sono insidiati dei nazisti che hanno il compito di scovare la guida che conduce in terra neutrale gli ebrei che cercano di sfuggire agli orrori del regime. Due trame si intersecano, il destino della cagna ritenuta cattiva e il destino degli ebrei ritenuti inferiori alla razza ariana e quindi da terminare, entrambi con un destino da riscattare, entrambi ritenuti colpevoli e le cui vite sono da salvare.
“Nessuno nasce cattivo, neanche i cani” è una frase del film che la dice lunga sul modo di essere che è in virtù di ciò che ciascuno ha affrontato, che ha combattuto e che ha vinto o si è lasciato vincere e della propria visione di tutto il suo trascorso. Ognuno sceglie consapevolmente il proprio ruolo da interpretare nelle vicende del destino. Ognuno può lasciarsi prendere dagli eventi e subirli come un tronco abbattuto dalla scure, o può scegliere di essere il promotore delle proprie scelte, dei propri sbagli e dei propri successi. Il tutto suggellato da un finale a sorpresa, che mostra la vera indole di un personaggio nella storia.
Un film che insegna una grande lezione morale. La vita del debole, dell’indifeso, dell’inferiore va sempre salvaguardata anche a costo della propria vita. Un sentimento di amicizia e di riconoscenza che è alla base di tutti i principi morali. Senza l’amore per il prossimo non può esserci il senso di coesione e condivisione sociale.
Credo che sia un film emozionante e appassionante, la cui trama è adatta a tutta la famiglia, che vi terrà col fiato sospeso e vi donerà una magica sensazione di infinita leggerezza per l’amore e la dedizione che i personaggi riescono a trasmettere, anche i bambini ne saranno rapiti.
Un grande capolavoro.
Donatella Palermo