“… – Un re! – diranno subito i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno. Non era un legno di lusso, ma un semplice pezzo da catasta, di quelli che d’inverno si mettono nelle stufe e nei caminetti per accendere il fuoco e per riscaldare le stanze.“ così inizia il famoso libro di Carlo Collodi, Le Avventure di Pinocchio.
Ma i miei “piccoli lettori” non sbaglieranno nella foga di anticipare il fatterello.
Ebbene c’era una volta, in un paese di fiaba, un coscienzioso sindaco il quale, dovendo riattintare i locali del Municipio, prima di pubblicare il bando di gara per i lavori, per averne una idea dei costi convocò tre ditte del settore.
La prima era gestita da un milanese il quale, alla esplicita domanda del Sindaco, immaginandone voi la cadenza regionale, rispose: “Sarebbero tremila euro”. Ed alla più esplicita domanda del Sindaco, che voleva conoscere i dettagli dei costi: “son mille per i materiali, mille di mano d’opera, e mille il mio utile”.
Il gestore della seconda impresa era romano “de Roma” (e qui immaginare la cadenza risulta più facile) e rispose: “A’ dottò, so’ seimila euro. Due de materiale, due de mano d’opera e duemila per me”.
Il Sindaco non profferì verbo, ma convocò la terza ditta.
Il gestore era napoletano, o dei dintorni, e, nell’idioma che ci appartiene, rispose pronto: “Signor Sindaco, sarebbono novemila euro”. “Come novemila euro?” sbraitò il Sindaco, ed il napoletano (o dei dintorni) proclamò serafico: “Signò, sarebbono tremila euro a me, tremila euro a voi e tremila euro al milanese che ci fa i lavori!!!!!”.
La storiella finisce qui: non sapremo mai come venne formulata la gara di appalto e meno che mai chi la vinse. Indovinatelo voi; io devo per forza di cose lasciare il risultato all’indagine della vostra fervida fantasia. Vi giovi di aiuto sapere che in una gara di appalto il sindaco non è il solo elemento determinante, ma lo attorniano gli assessori e gli impiegati e i consiglieri di maggioranza. Ma ha certo il compito di controllare, assieme al Segretario Comunale, che non si compiano reati
Io so solo che tra le nefandezze, e sono tante già messe in atto, la più nefanda sarebbe quella di utilizzare i soldi pubblici di una comunità già al lumicino, economico e non solo, per finanziare imprese di malaffare, legate alla delinquenza organizzata.
Spero veramente che non sia vero, ma lo sputtanamento del nostro paese, ove mai ve ne fosse ancora bisogno, è notevolmente aumentato; si leggano gli articoli di tutti i giornali locali della Provincia, cartacei e on-line.
La cacca nella quale versiamo ha raggiunto limiti intollerabili.
Entro domani, 21 dicembre, sapremo se questi limiti saranno superati ancora una volta o potremo riprendere a sperare, con altri soggetti, in una parvenza di rinascita.
Cosa, quest’ultima, difficile da credere.
Claudio Gliottone