Teano. E’ giunta la disposizione che di fatto smantella l’ospedale di comunità di Teano, trasferiti in blocco 10 infermieri professionali al san Rocco di Sessa Aurunca. La disposizione è indirizzata proprio ai dipendenti dell’ospedale di comunità di Teano pertanto giocoforza non si potrà più garantire la continuità del servizio ai pazienti ricoverati nella struttura. Dove è finito l’ospedale di comunità assunto come modello dall’azienda sanitaria di Caserta? Roberto Conca responsabile della struttura di Teano appena appresa la notizia si è diretto a Caserta per chiedere lumi in merito. La struttura di Teano era stata fatta passare dalla dirigenza dell’asl come un fiore all’occhiello un modello da imitare per le strutture da riconvertire. Tutte belle parole usate dai vertici dell’asl per giustificare un costo di oltre 10 milioni di euro dopo la chiusura dell’unico complesso ospedaliero dell’Asl ristrutturato e completamente rispondente ad ogni requisito di legge. L’ospedale di comunità di Teano è stato inaugurato lo scorso luglio alla presenza degli Onorevoli Massimo Grimaldi, Mario Landolfi; Daniela Nugnes. il Sindaco di Teano Raffaele Picierno il direttore generale dell’asl Paolo Menduni, e l’ex direttore del distretto n.14 Diego Colaccio. L’inaugurazione fu fatta in pompa magna , si sprecarono un fiume di parole per rassicurare i cittadini che non hanno mai digerito la chiusura dell’unica struttura con ogni requisito ivi compreso la prevenzione incendi che nessun ospedale della provincia di Caserta possiede. La disposizione giunge improvvisa e inaspettata, ha spiazzato anche i responsabili sindacali locali che hanno dovuto inghiottire un boccone amaro perché sotto c’è un accordo tra l’azienda e i vertici provinciali dei sindacati, accordo sciagurato che penalizza ancora una volta il territorio sidicino. I dipendenti della struttura di Teano toccati dai trasferimenti sono amareggiati e delusi, non si sentono tutelati da nessuno perché continuano ad esserci intoccabili dirigenti sindacali esclusi a priori dai trasferimenti. Intanto presso l’ospedale san Rocco c’è che si sta sfregando le mani perché con l’arrivo di manodopera fresca in corsia, ci si potrà piazzare molto più facilmente dietro una scrivania con nuovi e più piacevoli carichi di lavoro appannaggio dei soliti fortunati dirigenti sindacali.
Sanità negata per 100mila casertani. Per i residenti dei 35 comuni compresi nell’area Matese – Alto Casertano ammalarsi è un lusso, troppo grande. Dopo la chiusura dell’ospedale di Teano resta attiva solo la struttura I residenti, per curarsi, sono costretti a continui pellegrinaggi verso le strutture del Molise, del Lazio oppure verso il capoluogo di Terra di Lavoro. Non è bastata una sentenza del tar, confermata poi dal Consiglio di Stato, che imponeva all’Asl di incrementare i presidi e il personale sull’intero territorio. Dopo la chiusura dell’ospedale di Teano – unico in provincia di Caserta a possedere tutte le certificazioni di sicurezza previste dalle legge – si riducono ulteriormente i posti letto per la popolazione dell’Alto Casertano. Ora, è disponibile poco meno di un posto letto per ogni 1000 abitanti. La media regionale è invece di 3,2 posti letto per 1000 abitanti. Una media che sale ulteriormente per il capoluogo partenopeo. Spariti nel nulla i camper per la telemedicina. Tre costosissimi camper super attrezzati, pagati con i soldi pubblici, lasciati per anni, inutilizzati ai margini delle strade, sono scomparsi senza essere mai entrati in funzione. Furono Fabio e Mingo, inviati di “Striscia La Notizia” a sollevare il problema nel 2007. Da allora, come spesso accade quando in tema di sanità e politica, c’è stata solo la gara all’annuncio, alle promesse mai mantenute. Ora quelle attrezzature che doveva servire per garantire maggiore assistenza a paesi disagiati, sono del tutto sparite, probabilmente rinchiuse in qualche rimessa. Occhio non vede, cuor non duole.
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