Più che ad un Consiglio Comunale, quello di sabato 23, ci è parso di assistere ad una puntata di Forum. La trasmissione di Canale 5. La fotografia scattata da Rosella Verdolotti, come sempre, non fa una piega. Ma la cara Rosella, fresca di nomina giornalistica, mai e poi mai entrerebbe nel merito. Il suo savoir-faire, non glielo consentirebbe. E questo, per noi, è un bene. Il suo scrivere, è paragonabile alla lente di quegli occhiali correttivi, che s’indossano per vedere meglio, e dunque capire.
Agli occhi di un osservatore esterno, non è stato un bel vedere. Il tanto auspicato dialogo, il confronto è ancora lontano anni luce. Sembrava di assistere alla separazione di due coniugi, che si accusavano, con ogni mezzo, della fine della loro unione, dimenticando che da quella unione, era nato un figlio. Ora sballottato da una parte or dall’altra. Nel nostro caso, i coniugi dovrebbero essere rappresentati dalla maggioranza e dall’opposizione. Il figlio, e le sua sorte, il Comune di Teano con tutti i suoi cittadini.
Ci vorrebbe una terza figura, un mediatore familiare, che aiuti le parti a smussare le proprie posizioni, per il bene unico del loro figliolo.
Non ci sono piaciuti certi atteggiamenti, dall’una e dall’altra parte. Atteggiamenti che hanno messo a dura prova la pazienza di chi era andato in quella sede per "quagliare qualcosa". Tutte le formalità, sono degne di attenzione, ma quando costruttive e tendenti alla risoluzione di un problema. Sterili, quando utilizzate, a nostro avviso, solo allo scopo di intralciare o far valere le proprie posizioni. I sorrisini ironici, gli atteggiamenti quasi "orticanti" e quelli plateali. Fanno tutti parte del film che si stava girando. Ma, quando alla fine si tireranno le somme, cosa resterà in mano?
Ci si accusava l’un l’altro, perdendo così quel filo sottile che ancora tiene ancorata la nostra comunità. Una comunità ormai stanca di subire. Ne sono la riprova, le innumerevoli segnalazioni che su Facebook la fanno da padrone da qualche tempo, e che pervengono tanto in redazione, quanto ad ognuno di noi privatamente. Quasi, con queste, si potrebbe realizzare una rubrica a tema.
Apprezzabili i tentativi di chi, consapevole della situazione attuale e ben cosciente che urge quanto prima deporre le armi nonché sotterrare le asce di guerra, ha tentato in tutti i modi di raddrizzare la rotta di una nave prossima alla deriva, ed all’inevitabile impatto con gli scogli.
Alla fine, la seduta s’è conclusa, quasi, con un "volemose bene". Gli animi si sono "raffreddati" e le posizione all’inizio ai poli opposti, hanno fatto registrare un timido tentativo di avvicinamento. Il chè fa buon sperare per la prossima convocazione.
Prim’ancora che avvenga il naufragio, rivolgiamo un accorato appello a tutti i membri di quell’equipaggio: la navigazione in un mare in tempesta, richiede il supporto e la collaborazione di tutti. Facciamo in modo che la nostra imbarcazione si allontani quanto prima dalle correnti e dai vortici. Conduciamola in acque meno agitate. Liberiamoci dalle zavorre e tiriamo la corda tutti dalla stessa parte.
La nave, forse, non affonderà.
Luciano Passariello