Con la pubblicazione dell’eloquente immagine che ritrae il Giudice Raffaello Magi (estensore della storica sentenza Spartacus) mentre gioca con il proprio figlioletto sul campo di Pugliano, bene confiscato alla camorra, vogliamo introdurre la cronaca di una stupenda manifestazione, il Festival dell’Impegno Civile, organizzata anche quest’anno dal Comitato “Millescopi più uno”.
- Tutto ha avuto inizio nella mattinata di Domenica, con una visita guidata sullo stesso fondo agricolo di Pugliano e curata dallo stesso gestore del bene, dottor Roberto Fiorillo, quale membro della cooperativa “Le terre di Don Peppe Diana”. Durante la visita, alla quale erano presenti l’Onorevole Pina Picierno, l’Assessore Mario Migliozzi ed il Consigliere Adele Passeretti, oltre a numerosi altri partecipanti, lo stesso agronomo ha illustrato tutta l’attività svolta dalla propria cooperativa e, nello specifico, lo stato di produzione dei frutteti gestiti su quel fondo.
Il convegno pomeridiano, svoltosi sul campo sportivo dinanzi ad un’affollata platea, è stato aperto dallo stesso comitato organizzatore “Millescopi più uno” con una suggestiva e breve esibizione teatrale, estratta da un brano di Luciano De Crescenzo, e con la recita di alcune massime di personaggi famosi, il tutto in tema di mafie.
I primi ad intervenire sono stati il Sindaco Nicola di Benedetto per un breve saluto ed il Consigliere Adele Passeretti, delegata ai beni confiscati, la quale ha esternato con entusiasmo la volontà dell’Ente Comune di realizzare importanti disegni finalizzati a valorizzare al massimo questi beni, ma che al momento è in corso la propedeutica fase di ricognizione e di analisi degli stessi, che sarà poi seguita da progetti ben delineati.
La parola è poi passata alla moderatrice, dottoressa Alessandra Tommasino, dell’associazione “Libera Caserta” nonché giornalista del Mattino, che ha introdotto i contenuti del tema dell’anno “Facciamo l’impresa a riprova del bene “ per poi presentare ed introdurre i relatori del convegno.
Il primo è stato lo stesso dottor Roberto Fiorillo, che riallacciandosi a quanto esposto alla presentazione del fondo in mattinata, ha narrato le mille difficoltà da affrontare nella gestione del bene confiscato, ribadendo il concetto che il fine del progetto può andare ben oltre il concetto di recupero di un qualcosa che appartiene alla comunità, perché costituisce una concreta opportunità di sviluppo per il territorio.
A seguire vi è stata la relazione dell’assistente sociale Simmaco Perillo, che con la cooperativa “Al di là dei sogni” gestisce la tenuta Varone in Maiano di Sessa Aurunca. Il suo è stato un singolare racconto sulle difficoltà incontrate malgrado i sovvenzionamenti ottenuti per la ristrutturazione dell’immobile. Tutto ciò solo perché neanche la Pubblica Amministrazione sembrava credere nella reale concretizzazione del progetto di utilizzo della struttura. Solo la tenacia del gruppo, che ha deciso di presidiare per mesi lo stabile, occupandolo anche in assenza di impianti e di agibilità, ha portato ad un concreto avvio del progetto e quindi a superare ogni intoppo burocratico.
Suggestivo è stato anche il racconto di Ciro Corona, della cooperativa “(R)esistenza anticamorra”, che è riuscita a trascinare a sé, in un fondo confiscato in Chiaiano, addirittura anche figli di esponenti di camorra uccisi, affermando che “anche loro sono vittime ed hanno diritto ad un futuro”.
L’ultimo relatore è stato il magistrato Raffaello Magi, oggi assegnato alla Prima Sezione Penale della Corte di Cassazione, che ha sottolineato l’importanza, al di là dell’azione repressiva della Giustizia, consistente nella “conoscenza dei fatti”, elemento essenziale per la lotta alle mafie, per sconfiggere il male attraverso la coscienza delle persone, per dare un freno al proliferare della criminalità.
Infine, Alessandra Tommasino, che si era anche inserita tra una relazione e l’altra per citare un progetto in corso presso il carcere di Carinola, finalizzato alla realizzazione di un birrificio ad opera della cooperativa “Carla Laudante”, ha voluto omaggiare la figura di una della tante vittime della camorra. Ha quindi ricordato Antonio Di Bona, onesto agricoltore di Casal di Principe ucciso solo perché presente sul teatro di un agguato, porgendo il microfono al figlio, Salvatore , che ha voluto condividere con il pubblico la sua toccante testimonianza sul drammatico episodio.
L’evento si è concluso con l’invito ad un ricco buffet di prelibatezze locali, tra gli applausi, l’ammirazione generale ed i ringraziamenti per le tante emozioni suscitate dalle brevi ma interessantissime esperienze narrate dai relatori.
Una manifestazione molto riuscita e gradita dai partecipanti, che riflette pienamente i traguardi già raggiunti da una società che oggi appare sempre più convinta di potercela fare, sempre più fiduciosa nel poter offrire un futuro ai propri figli, in cui le mafie avranno un posto solo nella storia.
Gerardo Zarone