Mi sono alzato questa mattina con il proposito di scrivere qualcosa sulla Befana, non certamente per quello che rappresenta per la cristianità, per questo ci sono tanti molto più preparati di me, io sono rimasto ai Re Magi ed all’oro, incenso e mirra. Mi riferisco alla Befana , quella vecchietta francamente un po’ bruttina che, approfittando del nostro sonno, viene a depositare ai piedi del nostro letto i regali che ci siamo meritati per come ci siamo comportati nel corso dell’anno appena finito.
Anche io sono passato sotto il giudizio della befana. Le cose a quell’epoca non erano come oggi, allora se i genitori non potevano si limitavano a quel pò che si potevano permettere senza fare debiti o spendere più di quanto l’economia della famiglia si potesse permettere. Non c’era ancora la posizione di dire: “Mio figlio deve avere tutto quello che io non ho avuto” Sarà, se te lo puoi permettere perché no, ma se non puoi penso che dovresti darti una calmata perché un domani potrebbe essere proprio la prima contestazione chi ti farà tuo figlio.
Sono andato fuori tema. Marcia indietro.
Le mie befane si limitavano a qualche fucile con il tappo di sughero, a mia sorella la solita cucina con quattro pentole il tutto racchiuso in una scatola si e no di 20 centimetri con bambolina inclusa, al mio fratello più piccolo di me, gli toccava avere il cinturone da sceriffo e la stella , per la tenuta e la piscola, la Befana molto professionalmente, allegava un biglietto di scuse con il quale si impegnava a consegnarli l’anno successivo.
C’era l’abitudine, al mattino del sei gennaio, di scendere in strada e confrontarci con gli altri ragazzi del muraglione per vedere il regalo più bello. Tornavamo a casa dopo esserci classificati quasi sempre ultimi.
Un anno, folgorato da qualche mio sporadico attacco di genialità, convocai mia sorella Maria, più grande di me ed il mio fratellino Vittorio, più piccolo e lanciai una proposta veramente geniale:” Sentite, qui le cose con la befana non vanno proprio bene, ogni anno ci porta giocattoli di poco prezzo. Voi sapete che la Befana ci porta quello che chiediamo ai nostri genitori. Quest’anno non chiediamo giocattoli ma solo quaderni, matite e gomme per cancellare,. La befana dirà ma come sono bravi e studiosi questi ragazzi e allora ci porterà i giocattoli più belli. Dopo voglio vedere la faccia dei nostri amici.” La proposta fu accolta all’unanimità.
La mattina del sei gennaio scoprimmo che la befana non delude mai i bambini soprattutto se studiosi.
Ai piedi dei nostri tre letti trovammo, dieci quaderni ciascuno di cui, cinque a righe e cinque a quadretti, una scatola con pennini, un calamaio, due matite, una gomma per matita ed una per l’inchiostro.
Nostro padre fu il primo che si venne a congratulare con noi che nel frattempo avevamo deciso di non scendere in strada e all’amico che per primo venne a suonare al nostro portone dicemmo che i regali erano talmente belli e costosi che non potevamo portarli in strada per timore che ce li avrebbero rubati.
Dimenticavo, nella calza c’erano anche due mandarini e tre noci.
A tutti i bambini un abbraccio affettuoso.
Antonio Guttoriello