Caro Direttore,
mi ritrovo qui a scrivere ciò che mai avrei voluto. Mi piace immaginarla al suo computer, immancabilmente, impegnato a scrivere un ultimo articolo che dipinga un ulteriore spaccato della città di Teano. Mi piace pensare che anche in questo momento lei stia sorridendo come al solito, accompagnato dalla sua costante ed immancabile sagace ironia. Mi piace pensare che in quel momento, quando ha sentito che era giunta l’ora ha sorriso sapendo di lasciare a tutti noi che l’abbiamo conosciuta un vuoto incolmabile, ha sorriso e avrà pensato che ci sarebbe stato comunque tempo per un altro articolo.
Ieri sera l’ultimo, le ultime parole sul progetto dei festeggiamenti e poi il silenzio, un silenzio denso di significati.
Dopo più di 19 anni ha lasciato la direzione di quel giornale che ha amato quanto un figlio.
Mi piace pensare che ci saranno altre occasioni per parlare, per confrontarci e per i soliti sfottò che accompagnavano ogni nostra conversazione.
Lei, caro Direttore, ha deciso di andarsene senza una parola, scegliendo il silenzio ad altre parole. Perché, a volte, solo a volte, e lei lo sapeva bene, le parole sono spaventosamente superflue, spaventosamente inutili.
Mi ha sempre rimproverato di aver smesso di scrivere per il giornale ma sa, caro direttore, ora glielo posso dire, improvvisamente, senza una ragione a me chiara, sentivo di non aver più nulla da dire. Lei, lo so, lo aveva capito ed io per pudore non avevo voluto confessarlo. Ma so che aveva capito. Ora scrivo per salutarla perché non ci sto a lasciarla andare via senza rivolgerle un saluto affettuoso, pregno di tutta la mia stima e lo faccio per egoismo perché so, lo so, che Teano, oggi si è svegliata più povera, ha perso tanto e non so se saremo in grado di recuperare. Ci lascia l’amico, il compagno di risate e di battute, ci lascia l’ex amministratore di questa città, ma ci lascia soprattutto il direttore del Messaggio.
Ciao Direttore.
Sandro