"E’ bene sottolineare che, l’intero staff dell’Auditorium, è costituito da volontari che collaborano senza fare mai un passo indietro, sacrificando il proprio tempo, i propri svaghi, i propri amici, per tenere acceso quel lumicino che il lungimirante Vescovo, S.E. Tommasiello, accese a suo tempo. Una presenza invisibile, ma palpabile a quanti hanno avuto l’onore di averlo conosciuto: S.E. Mons. Francesco Tommasiello, di cui l’Auditorium porta degnamente il nome. Un uomo, prim’ ancora di diventare il Vescovo di tutti". Scrive solennemente Luciano Passariello in uno scritto scintillante sulla conclusione della stagione teatrale all’auditorium episcopale.
Chiaro che Mons. Tommasiello di venerata memoria era un uomo, anzi un grande uomo, anche nel senso delle proporzioni fisiche. Alto, ben piantato, solido, monumentale, una quercia gigante. Intellettuale di profonda cultura,adottò un piano pastorale di lungo taglio, rivoluzionario. Il sorriso era smagliante, lo sguardo profondo e acuto si stendeva su folte sopraciglie e un rispettabile naso aquilino. Attirava simpatia e rispetto. A Lui intitolate molte istituzioni. Ben fatto, sedici anni di episcopato infaticabile lasciano tracce, segni,significati,ricordi, affetti, stima, considerazione. Anche nelle scelte dimostrò acume e sapienza: due vicari generali di grande taglio ed esperienza: Mons. Lamberti e Mons. De Tora. Due aquile. Erudito di valore e predicatore raffinatissimo il primo, infaticabile operaio della vigna di Dio il secondo. Ora Mons. Francesco riposa nella pace dei giusti nell’anticamera della cripta di S. Paride in una tomba dirimpettaia di quella di Mons. Tamburini, eroico Vescovo, nativo di Comacchio che vide la sua cattedrale stuprata da un ignobile quanto inutile bombardamento americano, e ne morì, folgorato da un infarto crudele. Una bella epigrafe composta da Mons. Integlia Penitenziere del Duomo sintetizza nel telegrafico e icastico "horrens conspexit" la tragedia del piissimo Presule. Ancora oggi il frequente dono di un fiore alla tomba del Vescovo romagnolo è testimone eloquente di una memoria vivificata dal ricordo trasmesso da padre in figlio e ne ingentilisce la spoglia austerità.
La tomba di Mons. Tommasiello reca una austera lapide commissionata dal suo vicario generale don Aurelio che in traduzione suona così: " Qui giace nel sonno della pace Francesco Tommasiello già vicario generale della diocesi Cerretana dall’anno della salvezza 1989 vescovo della sante chiese di Teano e Calvi umile e povero nato il 19-VI-1934 defunto il 25-X-2005."
"Che il ricordo di Lui, continui a essere vivo in tutti per sempre". Conclude felicemente il Passariello.
Giulio De Monaco