"La politica è l’arte di impedire alla gente d’impicciarsi di ciò che la riguarda":in questo brutale,ma quanto mai vero aforisma di Paul Valery è racchiusa l’insulsa formula del malgoverno, dello sfacelo a cui è stata ed è soggetta (e non è prevedibile ancora per quanto ancora) la nostra città .
Di questi cinque anni si potranno ricordare le sontuose feste paesane, le sole per le quali il denaro pubblico viene profuso in questo tempo di crisi (mentre paradossalmente per l’insufficienza dei servizi elementari ci si appella alla sua mancanza).
Di questi cinque anni si potrà ricordare lo stridente silenzio – interrotto solo, per le numerose critiche, da qualche parola ben studiata, tra fastidio e pomposa intellettualità – di uomini che, nonostante tutto, si auto esaltano definendosi "di buona volontà ", con la ferma e costante volontà di non porre sotto la lente d’ingrandimento dei cittadini, ma custodire gelosamente per loro questioni che, in definitiva, riguardano e appartengono a tutti.
Di questi cinque anni abbiamo sotto gli occhi i pezzi sparpagliati di un puzzle, cioè Teano, da dover ricomporre urgentemente, anche se non si sa da dove cominciare. Ma di questi cinque anni non si può tacere che molti uomini e donne hanno voluto levare la loro voce senza presunzione, ma con la giusta consapevolezza del proprio ruolo nella società,camminando a testa alta per proporre le loro idee contro il qualunquismo di chi quasi ti deride dicendo che è inutile e nulla cambierà , non condannando mai dichiaratamente, ma anzi diventando complice di un sistema che si è avvelenato da solo.
Al termine di questi cinque anni tutto è più insicuro, non si sa cosa e se ci sarà qualcosa di buono dopo la prossima tornata elettorale. Finora è stata creata una galleria di possibili candidati che stanno spuntando come funghi in questo incredibile autunno. C’è chi vuole aprire una vera e propria campagna di addestramento all’amministrazione comunale per le folle che lo vorranno seguire e che lo succederanno (forse può prevedere il futuro?) nel suo mandato. A questo Messia a nostra completa disposizione ( ormai sembra essere diventato di moda l’uso del linguaggio biblico tra i candidati) ricordo che già nell’antica Grecia Plutarco scrisse un’opera, "Precetti di governo" in cui, riassumendo, si dice che il buon governante è uno che sa dire parole e portare a termine i fatti".
C’è chi fa riunioni a porte chiuse destinate a pochi eletti, facendo così emergere il carattere elitario delle proprie iniziative politiche e sottolineando il distacco e la noncuranza per le proposte dei cittadini tramite i quali si desidera, pur incoerentemente, legittimare il proprio consenso.
Poi c’è chi, a differenza dei primi, intendendo rappresentare un’alternativa, fa una squadra di potenziali amministratori con cui collaborare per redigere un programma concreto, di cui come non mai si sente la necessità di realizzazione.
C’è chi mostra spiccato interesse per le cariche consiliari, ma, pur trovandosi ai vertici di un partito, non abbastanza per spingersi a conoscere più profondamente la vita amministrativa della città ( ammissione sincera o solo semplice far finta di non sapere quello che riguarda la fallimentare attività dei propri colleghi?).
C’è chi dice che si candida e poi non si candida o chi, spesso a sua insaputa, è candidato da altri, anche solo per sperimentare l’effetto che fa o forse per assecondare quella strategia della confusione (e dell’inganno dell’elettore) di chi vede traballante la propria attuale poltrona.
C’è chi rivendica la sindacatura per la sua esperienza politica consolidata negli anni (pur senza ricordarne difetti e pregi) e chi, al contrario, per la sua estraneità alle beghe che animano gli ambienti politici. Infine, c’è chi ci fa un pensierino a candidarsi, presentandosi con il biglietto da visita di "padre, figlio, nipote di…" (una specie mai in via d’estinzione),riducendo la politica a un mero affare di famiglia e di casta,che calpesta la meritocrazia e conosce solo ambizione e desiderio di ulteriore arricchimento (come ha affermato a proposito del nostro Paese Luigi Zingales nel suo recente libro "Manifesto capitalista");e -quel ch’è peggio- vuole farti passare il vecchio per un nuovo che non c’è ( ma forse questo rinnovamento tanto atteso sarà garantito da chi dice di voler formare liste tutte al femminile o di giovani? staremo a vedere…).
Di contro a ciò c’è chi fa di tutto per il bene comune della città instancabilmente ogni giorno, come il signor Domenico Spaziano, una persona fuori da ogni coro che, non preoccupandosi delle reazioni che possono nascere dalla sua franca e diretta schiettezza, servitore sempre e soltanto della cosa pubblica, troppe volte usurpata dall’inciviltà e dal mancato rispetto delle regole sia da parte di chi governa che di chi ha governato. Un gladiatore onesto che dovrebbe essere valorizzato, un occasione da non perdere per la nostra città , ma che troppe volte viene ignorato e non capito. Per i fini collettivi che si prefigge di raggiungere , con lui dovrebbero battersi e schierarsi molte altre persone, "sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità " come recita la Costituzione italiana.
Nella nostra Teano abbiamo una miriade di associazioni socioculturali che potrebbero contribuire tutte insieme, sotto la bandiera dell’aggregazione e del confronto proficuo di opinioni anche diverse, a individuare pochi o – anche se è difficile un unico candidato in modo da impedire la frammentazione del voto che potrebbe venire a configurarsi, in uno scenario ormai, a questo punto, non più inverosimile.
Nella nostra Teano abbiamo anche molte istituzioni ecclesiastiche che potrebbero diventare davvero centri di riferimento, pastori che indichino la stella polare di una moralità pubblica che non sia più esclusa all’interno dei palazzi della politica.
Nella nostra Teano abbiamo gente di vario livello ed estrazione socioeconomica che potrebbe essere ben in grado di gestire determinati settori, ma che non viene presa nemmeno in considerazione perchè troppo "pulita" e incapace di scendere a compromessi o semplicemente perchè bisogna lasciare posto ai già nominati dall’alto.
Facciamo sì che per una volta l’incantesimo del malgoverno si spezzi, così da dare torto al pessimismo di P.Valery, quello che per cinque interminabili anni è diventato, purtroppo, anche il nostro.
Cassandra