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Sono ormai 84 giorni che Santiago, vecchio pescatore cubano, non riesce a prendere alcun pesce. Manolo, il ragazzo che fin da bambino lo accompagna in barca è costretto dai genitori a pescare su un’altra barca. Ormai tutti ritengono Santiago un vecchio privo di risorse colpito dalla sfortuna che vive solo nella capanna del suo piccolo villaggio abbandonato da tutti, deluso e sfiduciato, come colpito da una maledizione. Manolo va a trovarlo appena può, cerca di aiutarlo trasportando le lenze o la fiocina o la vela; gli procura le esche. E vederlo arrivare a mani vuote lo rende infinitamente triste e impotente.
Santiago prende nuovamente il mare da solo e questa volta un enorme pesce abbocca all’amo trascinando al largo la sua piccola barca. E’ una lotta molto dura quella tra Santiago e quel pesce spada lungo più di cinque metri; dura tre giorni e tre notti durante le quali il vecchio avrebbe davvero avuto bisogno di Manolo. Ed è per lui che non cede. Alla fine, Santiago vince la lotta contro il pesce e riprende la via di casa, ma , durante il viaggio, è costretto a fare i conti con gli squali che non vogliono mollare quella preda e che man mano gli strappano. Il vecchio riesce ad avere la meglio su quei pescecani, ma al suo rientro nel porto, del suo enorme pesce è ormai rimasta solo la testa e la lisca, quasi un simbolo di ciò che ha dovuto affrontare.
Il libro è sia un elogio alla perseveranza sia una forma di rispetto per la natura e del risentimento per l’uccisione di un animale in fondo simile a lui, forte e solo.