Ritrovarsi in piazza è un modo come un altro per trascorrere piacevolmente il proprio tempo libero insieme ai propri amici e conoscenti. La piazza è lo scenario principale che rappresenta lo sfondo per le più disparate attività sociali ed economiche di una cittadina. Essa, insomma, costituisce il punto nel quale si incontrano e si scontrano gli interessi della comunità locale che gravita intorno ad esso. Un ragionamento logico richiederebbe che la piazza dovrebbe rappresentare il centro architettonico e storico del paese ma, siccome diamo per scontata l’immensa illogicità che ci circonda, per uno strano caso il nostro centro culturale, economico e sociale non corrisponde alla normale logica che lo presuppone urbanisticamente centrale. Per noi teanesi il concetto di piazza si sviluppa attraverso la funzione di AGORÁ, cioè di centro nevralgico, che le affidiamo. Ciò è riscontrabile in modo palese nel fatto che, se qualcuno ci chiede di localizzare la nostra posizione nel centro storico, indipendentemente dal punto preciso (Piazza Vittoria; Corso Vittorio Emanuele II; Piazza Duomo…) rispondiamo sempre di trovarci “in mezzo alla Piazza”. Ciò che intendo esprimere e che per i cittadini di Teano tutto il centro storico è PIAZZA come se esso fosse un grande cesto che può contenere tante storie e nuove idee. Nonostante questa virtù, che abbiamo insita nell’indole più profonda, continua a persistere un problema che ci interessa molto da vicino. Da tempo il nostro amatissimo e trascuratissimo centro storico non è più! Anzi rettifico, per me nata nel 1985, esso NON E’
Fino alla metà degli anni ’80 il Corso rappresentava l’anima e il cuore di Teano e dei suoi cittadini. Allora mi sono chiesta quale è la ragione della DIASPORA del centro che è avvenuta a partire dagli anni ’90? Ho posto il quesito a molte persone che hanno vissuto il corso, ma non sono riusciti a soddisfare pienamente le mie aspettative. Le risposte più numerose sono state del tipo “all’epoca non vi era il problema delle automobili” oppure “beh! noi ci divertivamo con poco, voi giovani d’oggi avete il computer, internet ecc”, come se mi si volesse far credere che a Teano non ci sono state automobili fino agli anni ’90 e poi, cosa ancor più grave, la convinzione errata per cui l’uso del computer minacci la possibilità d’incontrarsi e di ritrovare vecchi amici. A mio modesto parere, in realtà, è proprio il contrario nel senso che l’uso di Internet ci offre continuamente la possibilità di comunicare e di scambiare informazioni immediate con chiunque e in qualsiasi parte del mondo, permettendo così la diffusione d’informazioni sull’iniziativa di turno nel luogo di ritrovo. Io stessa sono venuta a sapere dell’iniziativa “Stasera per il Corso” grazie al social – network di Facebook. Come me tanti altri che non si trovano a Teano possono continuare ad usufruire di un cordone ombelicale che via etere li lega alla propria città natale. Tornando alla mia indagine sulle cause sociali che hanno condotto i giovani all’esodo dal Corso, molti concittadini, nel momento in cui ho sottoposto la questione, hanno risposto ponendomi una controdomanda: “Mi spieghi perchè tu non ci vai per il Corso e preferisci andare in Piazzetta?”.
Da quel momento ho cominciato ad interrogarmi sulle motivazioni che mi portavano a preferire un parcheggio ad un centro storico ricco di cultura e di bellezza. Non ho ancora trovato una risposta soddisfacente e credo che non la troverò mai in quanto non c’è nessuna ragione davvero reale per preferire uno spazio ampio e lineare che, seppur permette di poter parcheggiare in tutta sicurezza le proprie automobili e gli scooter, rimane essenzialmente e desolatamente anonimo confrontandolo ad un corso meraviglioso, pieno di storia e di ricordi che ancora vivono nei racconti dei nostri familiari. La mia generazione si è automaticamente privata di partecipare ad arricchire la storia del nostro Corso che custodisce ancora i segreti di tante generazioni che si sono succedute consumandosi le suole delle scarpe sui vaseli che aspettano ancora di essere calpestati da altre suole con altre storie. Io mi auguro che anche la mia storia possa essere raccontata da quel centro storico che lega le memorie di tante persone, ma sono certa che non basta augurarselo, bisogna guadagnarselo. È necessaria l’azione congiunta di tutti quelli che sono disposti a far risorgere il centro storico teanese, ma non solo a parole. È necessario organizzarsi fattivamente in modo tale da poter creare degli incentivi al fine di attrarre l’attenzione per accogliere sempre più persone creando l’atmosfera più adatta per soddisfare le aspettative delle nuove generazioni che non hanno più alcun interesse per l’attuale centro. Dobbiamo partecipare tutti attivamente senza delegare ad altri il cambiamento. Solo noi con la nostra volontà e le nostre azioni quotidiane (anche piccole) possiamo e dobbiamo essere i protagonisti del risveglio della nostra bellissima città. Svegliamoci tutti da questo sonno e diamoci da fare per riscattare la nostra cultura di cittadinanza attiva affinché il cuore del nostro paese ritorni a battere più forte di prima!
Noemi Corbelli