Non sono parole in libertà, ma questa breve frase contiene una novella che, presto vi daremo, se avrete la bontà e la pazienza di leggerci.
Ciò premesso, poiché lo spazio è tiranno, passiamo subito ad occuparci di una cosa, che raramente trattano i media, che è la cultura delle rendite, che è una patologia tipica del nostro mondo politico e che è causata da un virus, che si chiama lobby.
Questa benedetta cultura delle rendite è la negazione di ogni regola di libero mercato, distorce il prezzo, che non è più pari all’indice di bilanciamento della domanda e dell’offerta, facendo pendere l’ago della bilancia in favore del titolare del beneficio, in barba al risparmio e alla occupazione.
E’ proprio quello che accade, purtroppo, in queto nostro disastrato e malato Paese che, colla distribuzione del farmaco, che è in continua espansione e rimane solo nelle mani di pochi unti dal Signore. Questo mercato rifiuta la sacrosanta legge della liberalizzazione, forte di un privilegio di natura sanfedista.
Ha tentato, per primo, di aprire questo mercato l’on. Bersani. Apriti cielo! Questo pallido tentativo, che va ad onore di quel coraggioso parlamentare, è stato bocciato non solo dalla sua parte politica, ma anche da quella che usurpa il nome di destra.
Ci ha ritentato il povero Monti. Lo stesso indecoroso trattamento da parte degli stessi gruppi lobbistici, di bocciare il progetto di Bersani. Il povero Monti ha dato uno zuccherino ai tanti e tanti farmacisti, ai quali è inibito il lavoro, perché non figli di farmacisti e perché non possiedono risorse milionarie da impiegare nel settore. Ma quello zuccherino, dell’ampliamento del numero, che rimane chiuso, non ha assolutamente neutralizzato l’amaro in bocca delle mancate liberalizzazioni.
Ma le vie della Divina Provvidenza sono, per fortuna, infinite. Le liberalizzazioni, negate dal nostro Paese di poeti e di mandolinari, sono state concesse dall’Europa che, recentemente, ha finalmente deciso che le farmacie nell’ambito CEE non devono avere frontiere.
Difatti risulta che sia stata cancellata quella deroga all’art.21, comma 4, n.36-05 della normativa europea, che vietava ad un cittadino qualificato di avere un lavoro proprio nell’ambito degli stati CEE. Lo Stato Italiano, pertanto, non può negare il lavoro a chi è munito di una tale qualificazione professionale. Una volta tanto: viva l’Europa, che liberalizza, che con la normativa 36 del 2005 toglie odiosi monopoli e privilegi, creando risparmio ed occupazione giovanile.
Passando, come si suol dire, di palo in frasca, tutti i giornali hanno riportato una non-notizia: La diminuzione dello stipendio della casta politica. Si è subito scoperto che i politici non hanno fatto i conti con la intelligenza degli italiani, che hanno subito scoperto che si trattava del gioco delle tre carte: quella decurtazione era pari agli aumenti, che avrebbero dovuto percepire in virtù di un precedente aumento. Per fortuna”qua nessuno è fesso” come dicono a Napoli.
Intanto le ruberie continuano, mentre i cittadini vengono vessati a pagare le tasse, che un uomo di Prodi dichiarò”molto belle”. Un politico di destra (si fa per dire) compra un lussuoso appartamento in Roma, veduta Colosseo, e non sa spiegare chi ha pagato parte del prezzo. Un altro acquista e vende nello stesso giorno un appartamento, lucrando oltre dieci milioni, un altro acquista, a prezzo stracciato, in Roma, sempre un appartamento sulla base di una dichiarata pericolosità sismica della zona, che comprende sempre il Colosseo, che con il sisma non è mai crollato.
Un senatore del partito di Bersani viene accusato di essersi appropriato di tredici milioni di euro dalla cassa della Margherita e che erano soldi che provenivano dalle tasche degli italiani, che foraggiano, in modo vergognoso i partiti con il rimborso elettorale e continua a fare il senatore, nonostante avesse ammesso la ruberia con la richiesta di patteggiamento, che la Procura ha giustamente rifiutato.
La corruzione dilaga in Italia e sul punto, proprio recentemente, è stato in TV intervistato un nostro concittadino, perfettamente integrato anche con un italiano ben forbito, il quale lamentava che, quando trenta anni orsono, era dal Congo giunto nel nostro Paese, molti gli chiedevano ragioni della corruzione, che esisteva laggiù. L’intervistato faceva seguire a questa affermazione un sorriso molto eloquente per dire:è ora che dite voi italiani, che siete sommersi da ladri e malfattori? Non avevo la possibilità di interloquire, altrimenti avrei detto a quel signore: per fortuna il nostro Paese annovera anche qualche governante che è morto senza aver avuto bisogno di fare dichiarazioni testamentarie, perché era più povero di quanto iniziò a fare politica.
Ha lasciato la moglie in tali condizioni da dover chiedere una pensione sociale, per portare avanti gli anni della vedovanza.
Ogni commento è superfluo!
Antonio Zarone