La controversia riguardante il punto preciso dove avvenne l’incontro fra il Re Vittorio Emanuele II e il Gen. Garibaldi, la mattina del 26 ottobre 1860, risale probabilmente al 1879 perchè sotto questa data trovasi nel diario del Comando in Capo, una nota del capitano Manfredi dell’U.S. che dimostra l’incertezza di poter precisare la località , nonostante che il Diario stesso dica quasi incidentalmente che il Re e Garibaldi si incontrarono alla Taverna della Catena. La «Taverna della Catena» non è però nominata in nessun altro diario, in nessun altro documento e neppure ricordata dai numerosi biografi e narratori di quella Campagna e di quell’episodio. Su quella sola citazione l’U.S. (Capo del Bono) redasse nel 1909 una monografia stampata nelle «Memorie Storiche» dimostrando che, in mancanza di altri elementi di maggiore documentazione, conveniva attenersi alle parole del Diario. La «Taverna della Catena» è ad un quadrivio, distante più di 8 km da Teano e in territorio di Caianello. La vicina Teano rivendica perciò l’onore dell’incontro nella zona del suo Comune, e il prof. Boragine raccolse allora e pubblicò poi nel 1914 una quantità di lettere, di testimonianze, di citazioni che comprovano l’incontro al ponte di Caianello (oggi Ponte S. Nicola) presso la chiesetta di Borgonuovo " dove la strada gira verso Teano a brevissima distanza da questo paese.
L’U.S. seguì sempre con interessamento queste ricerche del Boragine e per mezzo del Col. Cerqua, che comandava il Reggimento di cavalleria a Caserta, si tenne informato anche di parecchi sopralluoghi e di diverse prove, fatte sul posto, per venire a conoscenza perfetta delle indagini che si facevano. Così, da questo insieme di cose, venne alla luce la versione ritenuta esatta e definitiva che l’incontro avvenne al bivio, cioè allo sbocco di una strada carrareccia sulla via di Teano, carrareccia che Garibaldi avrebbe percorso come accorciatoia per raggiungere il Re che marciava alla testa del IV Corpo verso Teano.
Di fronte ad un fatto di valore storico nazionale, non si deve perpetuare ancora una trita questione di campanile, che nel 1909 parve all’U.S. potersi definire coll’analisi di un solo documento, è stato in 16 anni meglio valutata nei suoi particolari, i quali non smentiscono affatto gli studi precedenti, ma per le moltissime prove accertate in seguito, giungono a conclusioni largamente giudicate positive e definitive: L’incontro deve chiamarsi: di TEANO " come figura in quasi tutti i testi di storia. Non serve ormai polemizzare, sarebbe meglio considerare e valutare il patrimonio di Teano ad esempio il piccolo Museo del Risorgimento come sostiene il prof. Giulio De Monaco. O forse si dovrebbe aspettare che la dottoressa Anita Garibaldi si decida a scrivere il libro sul Segreto di nonna Costanza? dato che il Generale le avrebbe svelato questo mistero. Non sono teanese, però, ritengo che, si dovrebbe mirare a mettere in risalto Teano come simbolo dell’Unità e lasciare da parte la penosa disputa sul dove sia avvenuto l’Incontro. Teano si è guadagnata la pagina della storia ormai non serve cambiare, Garibaldi ed il RE comunque sono andati a Teano dove, incontentabilmente hanno proclamato l`Unità d`Italia. Certo con facebook e twitter , inesistenti all` epoca le cose sarebbero andate diversamente avremmo tutti partecipato all`incontro che rese l` Italia una nazione con critiche, commenti e via dicendo. Leggo spesso feroci critiche sull`UNITA’ d`ITALIA e su questo incontro a Teano ma il concetto di PATRIA va comunque sempre rivendicato anche se l`Italia del Sud è ben diversa dall`Italia del Nord, e lo sarà sempre. Io ricordo nei miei anni di studio nella Penisola che l`inno si cantava solo allo stadio quando giocava la nazionale. Italiani solo nel calcio. Rispettiamoci, però, la storia di tutti i paesi è fatta di giustizie ed ingiustizie, viviamo la nostra Nazione anche con le diversità che ci caratterizzano e ci rendono diversi ed unici .
Siamo ITALIANI!
Griselda Nora Garibaldi
Buenos Aires, 4 ottobre 2012
Bote biografiche: La bisnonna di Nora Garibaldi, Maria Garibaldi sposò un Garibaldi discendente diretto del padre Giuseppe. Dopo il matrimonio si chiamò Maria Garibaldi in Garibaldi. La professoressa Nora è una Garibaldi purosangue ma, per sua ammissione, non lo dice a nessuno. In una recente intervista ha dichiarato che Garibaldi è amato ma anche molto odiato ma sarà la storia a giudicarlo. Sull’eroe dei due mondi ha tenuto molte conferenze, ha letto numerosi libri che ne esaltavano le qualità di stampo combattivo e guerriero anche se spesso favoriva le richieste dei governi con più potere.