Questa mattina i carabinieri di Teano, guidati dal Maresciallo Augusto Proietti, hanno sequestrato un ingente quantitativo di materiale archeologico custodito nell’abitazione di M.S.(1934) e M.A. (1943) entrambi incensurati, sulla collinetta di Santa Reparata. I due, persone conosciute e stimate da tutto il quartiere, sono stati denunciati a piede libero ma hanno già incaricato della difesa gli avvocati Marco Zarone e Giancarlo Fumo.
Si tratta di almeno 62 reperti archeologici del tipo anfore, vasellame, piatti, sfere di bronzo risalenti probabilmente al 3/4 secolo a.c. coincidente con il periodo sannitico le cui tracce sono ancora presenti in località Settequerce, sede di importante necropoli. Sembra che proprio in quella località la donna denunciata possegga un terreno di proprietà. I possessori del suindicato materiale sono stati denunciati in base all’art.176 del D.L.n.42 del 22/1/2004 con la imputazione di “Impossessamento illecito di beni culturali di interesse artistico,appartenenti allo Stato” Il reato contestato prevede una pena fino a 3 anni di reclusione.
Gli uomini dell’Arma hanno deciso la perquisizione dell’abitazione dopo una lunga attività di investigazione che ha coinvolto i vari passaggi che questo tipo di attività illecita presuppone e che si sviluppa quasi sempre o per alimentare il mercato illegale dei reperti archeologici di cui il nostro territorio è estremamente ricco o per soddisfare qualche hobby anche se chiaramente illegale. L’attività investigativa comunque continua il suo corso anche perché ora occorre accertare come i due coniugi ne sono arrivati in possesso, quale destinazione finale poteva eventualmente avere tutto o parte del materiale ed infine se ci sono complicità
I reperti , dopo essere stati opportunamente inventariati, sono attualmente custoditi presso la caserma dei Carabinieri di Teano che provvederanno, nei prossimi giorni. a sottoporli in visione ai funzionari dei Beni Culturali per stabilirne il valore culturale, storico ed economico.
Dalle prime indiscrezioni raccolte in giro sembra che almeno parte del materiale sequestrato sia stato rinvenuto in bella evidenza, nel locale cucina tinello dell’abitazione, atteggiamento alquanto sorprendente per un trafficante di beni archeologici.
La Redazione