La crisi del lavoro nel mondo è la più grave dalla grande depressione del 1929. Colpisce tutte le economie sviluppate, compreso gli Stati Uniti dove è in atto la cosiddetta “jobless expansion”.
Ecco quali sono le idee proposte dagli economisti e dai politici in giro per il mondo.
1. Riforme fiscali che spostano il peso del fisco dal lavoro al consumo e al patrimonio. Negli USA si sta considerando di introdurre IVA federale e al contempo ridurre la tassazione sul lavoro soprattutto nelle fasce di reddito medio e medie-basse. L’innalzamento dell’IVA in Italia e le discussioni su una patrimoniale strutturale con un tasso contento (per esempio 0.5% all’anno), andrebbero in questa direzione. Manca però finora un piano credibile per ridurre l’IRPEF soprattutto sulle fasce di reddito basse e medio – basse.
2. Investimenti infrastrutturali. Molti paesi sviluppati, tra cui gli USA e la stessa Italia, soffrono di un deficit di investimenti infrastrutturali. Gli investimenti infrastrutturali, di per sé importanti per la crescita economica, potrebbero generare posti di lavoro, ma richiedono risorse importanti di cui l’Italia, soprattutto con l’obiettivo di raggiungere il pareggio di bilancio entro due anni, non dispone.
3. Incentivi alle nuove aziende e ai nuovi imprenditori. Negli ultimi 30 anni quasi la totalità dei nuovi posti di lavoro negli USA fu creata dai business nuovi o giovani (con meno di 5 anni di vita). Le grandi aziende nel complesso non hanno creato nuovi posti di lavoro. Le nuove imprese fanno fatica avere accesso ai finanziamenti bancari. Per stimolare la creazione di nuovi posti di lavoro, si sta quindi discutendo negli USA – ma anche in Cina – la possibilità di garantire da parte del governo piccoli finanziamenti (da 50-100.000 dollari) per sostenere la creazione di nuove aziende. L’Italia è un Paese con imprenditorialità diffusa. Sarà un’idea da valutare anche per noi?
4. Più attivo coinvolgimento delle imprese nella formazione. Negli USA ci sono oggi 3 milioni di posti di lavoro che non trovano candidati adeguati; tecnici specializzati, venditori, ingegneri, informatici sono tra le categorie più richieste. Per cogliere questa opportunità è necessario prevedere un più forte coinvolgimento delle imprese per formare i talenti e soddisfare le reali esigenze del mercato. L’India è un buon esempio in questo senso.
Tra questi spunti di riflessione, pensate ci siano idee applicabili anche da noi?
Redazione Global Publishers