L’incremento dei positivi da covid19 dipinge uno scenario grave, gravissimo. Sembra passato un secolo dall’estate, quando la maggior parte delle persone credevano che ormai il peggio fosse alle spalle. Di chi sono le responsabilità? Perché in tutto questo, è inutile nasconderlo, ci sono specifiche responsabilità. Sembra ovvio che in questa confusione generale, in questo ginepraio di regole, ora imposte e successivamente tolte, ora promesse e poi non fatte, pagano dazio soprattutto gli innocenti, quelli che hanno vissuto e vivono la pandemia in maniera responsabile. Per avere polso del grado di civiltà, lungimiranza e responsabilità del cittadino comune basta fare un giro in paese per vedere molti indossare ancora graziosi reggimento o paragomito fashion, persone entrare in negozi rifiutandosi di misurare la temperatura o igienizzare le mani e via dicendo. È evidente che ben pochi hanno compreso il problema nella sua totale gravità. Il covid è più vicino di quanto potessimo pensare e la curva epidemiologica, anche nel nostro vissuto, non accenna a diminuire. Teano non è covid free e quello che più fa rumore è l’assenza di una vera e seria organizzazione che sostituisca i caroselli messi in piazza quando i rischi erano pochi in tutta la Campania. Il caso De Luca d’altra parte è emblematico: vinte le elezioni, paga, ma soprattutto fa pagare a noi, lo scotto della selva di bugie gridate a squarciagola al proprio elettorato. Faremo questo, faremo quello e alla fine nulla si è fatto! E allora chiude tutto, chiude l’Italia, la Regione, la nostra città. Ma la verità, ahi noi, è che si pretende di chiudere tutto senza chiudere nulla. Questa volta lo Stato si nasconde dietro il dito facendo pesare le proprie responsabilità sui cittadini. Ebbene si cambia metodo: non si impongono più comportamenti e regole ai cittadini, ma si raccomanda, si consiglia. Lo Stato buon padre di famiglia cede il passo ad una sorta di grande fratello che pretende che il cittadino se la cavi da solo addossando al medesimo le sue stesse responsabilità di non sapere fare. Se il Governo, infatti, imponesse un vero lockdown dovrebbe prendere in cura i “rinchiusi” e questo ha pensato bene di non farlo. Ragioniamoci su, parametrando quelle che dovrebbero essere le soluzioni escogitate con i riflessi delle polemiche manifestazioni in corso. La chiusura dei ristoranti alle 18 che senso ha? Ha senso chiudere le palestre, se non si è agito per rendere, ad esempio, i trasporti o le scuole fruibili in sicurezza? Ha senso non avere incrementato la proposta sanitaria con un protocollo diverso e maggiormente fungibile a scongiurare il crack dell’apparato medico esistente? È evidente che viviamo in uno Stato padrone che non vuole avere cura dei propri cittadini. Una amara barzelletta tutta all’italiana. Un padre che prima invita a stare a casa e poi dice che le case sono il principale luogo di contagio; che ci porta ad un bivio e non ci accompagna nelle scelte. Non pretendiamo di correre troppo avanti, qualcuno ha visto l’ombra di un controllo sul rispetto delle regole precedentemente imposte? Fermiamoci al nostro paesello. Anche qui, come altrove, Le regole sono state delegate completamente al cittadino senza spiegare il perché e soprattutto la funzionalità delle stesse con il problema. Il covid insomma è diventato l’alibi per la nostra classe dirigente per nutrirsi del proprio “io” e per mettere a tacere tutti gli altri problemi. Ma questo vaso di pandora non potrà resistere ancora a lungo perché la vita deve continuare, virus o no. Ed allora, più in avanti anche le bugie saranno palesi così come gli altri problemi che sono nel frattempo rimasti fermi! Occhio, quindi, aiutiamoci da soli perché altrimenti nessuno lo farà. Diffidiamo dagli uomini soli al comando, quelli che hanno dimostrato di essere showman da prima serata. Rimbocchiamoci le maniche imparando a volere bene a noi stessi e ad essere solidali con gli altri. Tutto prima o poi passerà e la luce, che ora ci sembra tanto lontana, tornerà ad illuminare il nostro cammino, ma nel frattempo, per quanto dura sia, abbiamo il dovere di non interromperlo con azioni non responsabili.
Carlo Cosma Barra