Sembra proprio accanirsi contro di noi quel “destino” che accompagna la nostra figura in qualità di Direttore Responsabile di questa Testata Giornalistica, per la quale, peraltro, ne fummo tra i fondatori e primi Direttori. L’avere il privilegio di seguire le sorti della nostra Città da un osservatorio favorevole, però, ci da l’occasione, come Cassandra o la Sibilla Cumana, di prevedere terribili sventure (la prima) o rendendo i vaticini “sibillini”, cioè difficili e incerti da interpretare (la seconda). Per tutte e due le preveggenze, quindi, rischiamo o siamo invisi a molti. Quel “destino”, infatti, ci vide testimoni e preveggenti della debacle dell’allora Sindaco, Raffaele Picierno. Quel “destino”, infatti, ci vede, oggi, testimoni e preveggenti della debacle dell’attuale Sindaco, Alfredo D’Andrea, nipote del primo. E, proprio in virtù di tutto ciò, quando l’appassionato Editore, Marco Guttoriello, memore del particolare affetto che ci legava al mai dimenticato papà Antonio, ci propose la Direzione del Quotidiano, ci tenemmo ad evidenziargli che, visto il nostro viscerale legame con Teano, non avremmo fatto sconti a nessuno che ne potesse oltraggiare ed offendere le nobili origini, men che meno a quella che già fin da allora vedevamo come l’(A)amministrazione in carica. Con la “a” minuscola.
E, così fu. Coadiuvati da una da una impeccabile Redazione e scrupolosi Collaboratori e Redattori, abbiamo cominciato, fin dal nostro insediamento, a registrare (sempre con dovizia di particolari e documentando) il baratro verso il quale D’Andrea ed i suoi “accoliti” stavano trascinando la Città di Teano. Per noi, molto banalmente, semplici “dilettanti allo sbaraglio”. Facile, quindi, prevederne la misera fine. Facile, anche alla luce di oltre trent’anni di Giornalismo, di Cronaca Giudiziaria e Politica. Nonché di altrettanti anni di “palestra” politica. Così abbiamo tentato, anche con le nostre invettive provocatorie e le arti della Cassandra o della Sibilla, di lanciare dei messaggi, degli ammonimenti, affinchè gli (A)amministratori si ravvedessero in tempo. Ma, si sa, la saccenza dell’ignoranza, la sindrome dell’onnipotenza e la cecità che procura il potere, non prevedono “terribili sventure” (Cassandra), né “vaticini sibillini, difficili e incerti da interpretare” (Sibilla Cumana). Perciò, anche perché hanno avuto la nostra “voce” stimolante, a volte irrispettosa, ma non per questo volta ad una doverosa riflessione e correzione del loro percorso, non possono avere alcuna “giustificazione” di sorta. Non possono avere delle “attenuanti”, ne quindi essere “assolti” dalla colpa di aver oltraggiato fino all’ultimo la Città di Teano. Né, vista la “fedina politica” così macchiata, ipotizzare una loro nuova eventuale discesa in campo. Insomma, si chiede, per costoro, la pena di un definitivo “ostracismo politico” nella Città di Teano. Si sono chiesti, costoro, del grave contributo che hanno profuso nell’oltraggiare la nostra Città? Si, nostra, poiché con la loro saccenza dell’ignoranza, con la loro la sindrome dell’onnipotenza e la loro cecità che procura il potere, obnubilati, non si avvedevano che stavano decidendo le sorti ed il futuro di circa 13.000 concittadini. Dilettanti allo sbaraglio. Dilettanti che forse nemmeno si sono avveduti della gravità del significato del fatto che Teano è tra i destinatari ”dei fondi di sostegno ai comuni marginali”. Teano ben 354.483,80 Euro!!! Che record! Che onore! Che orgoglio! Teano Comune marginale!!! Gli unici fondi di cui sono stati destinatari! Mentre ne hanno persi a tonnellate, compresi quelli per le infrastrutture sportive. Si sono chiesti, costoro, del grave contributo che hanno profuso nell’oltraggiare la nostra Città? Si sono vergognati per aver contribuito a far assurgere Teano a Comune marginale? Lasciateci concludere, con una nostra personale richiesta: “una bella Cittadinanza (Dis)onoraria” per questa brillante (A)amministrazione., magari donata dall’ormai ex Sindaco D’Andrea!!! La saccenza dell’ignoranza, la sindrome dell’onnipotenza e la cecità che procura il potere, non prevedono “terribili sventure” (Cassandra), né “vaticini sibillini, difficili e incerti da interpretare” (Sibilla Cumana).
Il Direttore